Torna sul palco la “memoria”, quella impossibile da cancellare, quella che ha lottato per troppi anni per resistere e raccontare fino a che punto si possa spingere la follia umana, quella che si muove e si agita per motivi futili. Ovazione per la compagnia stabile di Benevento, SOLOT, che ha aperto la rassegna Obiettivo T, con una pièce impeccabile. Liberamente ispirato al libro “Il fotografo di Auschwitz”, “I Fiori del Campo”, ha egregiamente raccontato e svelato una nuova prospettiva di quella follia che ha segnato la storia. Michelangelo Fetto, Antonio Intorcia, Assunta Maria Berruti, Carlotta Boccaccino, Luigi Furno: figure essenziali che hanno mostrato ogni singolo aspetto dettagliato di una realtà che, ovviamente, chiamiamo orrore, ma purtroppo è storia. Non “scatti” che ritraggono chi ha agito per follia, se tale (mi chiedo) si possa ancora banalmente definire, piuttosto gli attori sono entrati in particolari di quel famoso lager che, ecco si, hanno sapientemente ed in maniera eccellente piazzato come un pugno in pieno viso ad ogni singolo spettatore, mostrando il capriccio umano fin dove può arrivare.
E se un fotografo ha deciso che il suo mestiere piuttosto che aiutarlo a sopravvivere, avrebbe potuto regalare lunga vita alla memoria, ebbene, sarebbe vivamente consigliato vedere questo spettacolo, per il lavoro perfettamente riuscito che la compagnia è riuscita a realizzare: un susseguirsi di scatti che parlano, urlano, denunciano e gridano con forza ciò che a occhi distratti e fugaci potrebbe sfuggire.
Parole che hanno espresso la dolcezza, la pietà, la paura. I respiri. E ancora parole che hanno raccontato gli spazi stretti che tolgono il fiato, la piaggeria, l’onnipotenza delirante. Un immenso patrimonio fotografico è stato riprodotto perfettamente sul palco, come perfettamente al loro posto erano le musiche composte ed eseguite da Antonello Rapuano che hanno completato i dialoghi e la narrazione. “Scatti” sovrapposti alla realtà di quell’apparente lontano 1940: scene semplici ed ermetiche hanno riportato ogni fotografia raccontata. I ritratti, i corpi, il freddo dell’anima, i fiori, quelli della speranza, del colore della vita.
Adattamento e regia di Antonio Intorcia; installazioni video di Michele Salvezza in collaborazione con Angela Dell’Oste e Chiara Rigione; direttore di scena: Paola Fetto. Uno spettacolo prodotto da “Solot Compagnia Stabile di Benevento” e “I due della città del sole”
Lunghi applausi, meritatissimi, al debutto de “I fiori del campo”.
Foto di Enzo Fucci