Le pagelle: scempio generale, Cannavaro ci mette la firma
Il Benevento inguaia sempre di più la sua posizione in classifica perdendo anche lo scontro diretto casalingo contro il Venezia (per inciso, la settima battuta d’arresto in questo campionato tra le mura amiche). Sconfitta che ha determinato gli esoneri di Cannavaro e Foggia al culmine di un pomeriggio nerissimo. Difficile commentare l’ennesima prova scadente della Strega, che quest’oggi cade nello scempio: va sotto dopo appena tre minuti complice la papera di Paleari, fin qui il miglior elemento per distacco nell’arco dell’intera stagione. Non basta acciuffare il pari per i capelli a fine frazione, nella ripresa la storia si ripete e alla fine monta la protesta del pubblico che invita tutti ad andare via e bersaglia l’ormai ex diesse Foggia oltre al tecnico sollevato dall’incarico e alla squadra. Di seguito le pagelle impietose:
PALEARI 4: buca un intervento facilissimo indirizzando subito la gara in favore del Venezia. Quasi si ripete a inizio ripresa quando la sfera gli sfugge tra le mani come una saponetta. Pohjanpalo lo inchioda per il 2-1 finale, la sensazione è che poteva far di più. Se si spegne anche lui è davvero finita.
VESELI 4,5: in ritardo su ogni pallone, i primi venti di gara sono da film dell’orrore. Pierini, Zampano, Ellertsson e chi più ne ha più ne metta, sbucano ovunque e lui sembra impotente. Si riscatta con l’assist involontario per il pari di Tello, ma non basta a evitare la debacle.
LEVERBE 3: disastroso, sbaglia tutto. Lontano parente del calciatore ammirato a Pisa e incoronato miglior difensore del campionato cadetto: sormontato da Pohjanpalo, è protagonista di una gara inguardabile (dal 30′ st El Kaouakibi 5,5: entra quando c’era da recuperare lo svantaggio e assorbe tutte le insicurezze del momento).
TOSCA 5,5: sconnesso, come normale che sia, da tutto il contesto, sia in campo che fuori. Se la cava di mestiere nonostante le gambe gli tremino ed evita il 3-1 lagunare involandosi sulla conclusione a botta sicura di Pohjanpalo.
IMPROTA 4,5: mancano le sue incursioni, vuoi perché non ce la fa e vuoi perché Zampano lo sovrasta in tutto e per tutto. Su quella fascia domina lui e ne è prigioniero (dal 14′ st Ciano 5: piede educato, oggi timido. Risente del momento anche lui).
TELLO 5,5: sigla la seconda rete consecutiva in casa regalando l’illusione della rimonta ai suoi. Alterna le solite letture superficiali a giocate funzionali, ci prova anche con un colpo di testa. Più di questo è chiedere troppo.
SCHIATTARELLA 5: inombrato, poco nel vivo, perde anche lui le redini di un gruppo scollato in campo e fuori. Fatica a giostrare, ci riesce un pochino nel finale di frazione (dal 22′ st Karic 5,5: come tutti i subentrati stenta a entrare nella partita).
ACAMPORA 4: spostato a destra, a sinistra e al centro senza evidenti benefici, è una trottola impazzita che finisce per andare in bambola e a una certa le sbaglia tutte, anche gli appoggi più semplici (dal 14′ st Viviani 4: gli si tappa la vena e rimedia un rosso stupido al tramonto del match. No comment).
JURESKIN 5,5: si pesta inizialmente i piedi con Tello e fatica a interagire con Tosca. Scelta poco felice quella di inserire subito i nuovi nella catena di sinistra che, paradossalmente però, è quella che soffre meno. E alla fine dal suo piede scaturisce il corner del pareggio.
PETTINARI 5,5: ha sullo 0-1 la chance per equilibrare il match ma centra in pieno il palo. Le sue intenzioni spesso non vengono capite, tuttavia è l’unico a gestire i palloni e a dispensarli con raziocinio. Almeno lui un po’ c’è (dal 14′ st Simy 4: irriconoscibile, anche un aggancio gli viene difficile).
LA GUMINA 4,5: l’unico segno evidente della sua presenza in campo è il turbante in testa che lo distingue da tutti gli altri dopo la botta aerea con Hristov. In campo novanta minuti e più, senza un perché.
CANNAVARO 4: cambia cinque undicesimi rispetto a Frosinone, due terzi della difesa, lanciando tutti i nuovi nonostante le buone impressioni raccolte allo “Stirpe”. In controtendenza con tutto e tutti, quasi a sentire la fine della sua corsa, riverbera scelte incomprensibile nell’arco del match passando poi al 4-4-2 e finendo tutte le idee. Poche responsabilità fino a poco tempo fa: con oggi appone anche la sua firma indelebile sul disastro giallorosso.
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