Cgil e organizzazioni sannite fanno fronte comune contro l’autonomia differenziata

Una rete territoriale per contrastare la proposta di autonomia differenziata che compatti il fronte del no e faccia arrivare la voce in quel di Roma: nel pomeriggio all’interno della sala Vergineo del Museo del Sannio il summit che mira a costruire dalle fondamenta il movimento anti ddl Calderoli in linea con il coordinamento “No autonomia differenziata” guidato da Franco Russo, ex parlamentare di Democrazia Proletaria e Rifondazione Comunista, originario di Paduli. Ad affilare le lame Acli, Anpi, Arci, Auser, Comitato sannita Acqua Bene Comune, Italia Nostra Matese Alto Tammaro, Laboratorio per la felicità pubblica, Legambiente e Libera coordinati dalla Cgil sannita che punta ora a coinvolgere istituzioni e amministratori.

Una rete territoriale che, sostiene il segretario provinciale Luciano Valle, ribadisce “il no collettivo e non individuale cui dietro si cela la nostra grande preoccupazione rispetto alla proposta di legge Calderoli, che mette in ginocchio la sanità, i trasporti e il welfare”. Una rete territoriale che avrà come compito quello “di proporre a tutti i sindaci l’approvazione di un ordine del giorno da inviare immediatamente alla presidenza del Consiglio dei Ministri per manifestare la propria contrarietà. Un no che parte dal basso, quando nelle ultime ore il governo sta provando anche a mettere il piede sull’acceleratore”.

L’iniziativa segue quella di carattere istituzionale che ha radunato tutti i sindaci alla Rocca tre giorni fa, per discutere nella fattispecie degli effetti che avrebbe la legge sul sistema scolastico sannita. Russo rilancia l’intenzione di “coinvolgere i sindaci che non vengono interpellati, ma che saranno chiamati a gestire i servizi pubblici. E poi i parlamentari di opposizione, che dovranno mettere in campo un’azione ostruzionistica verso il ddl Calderoli”. L’ex parlamentare di origine sannita rimarca: “I lep, ovvero i livelli essenziali di prestazione, devono essere garantiti per la fruizione dei diritti sociali e non possono essere affidati all’esecutivo. Sarebbe illegittimo e anticostituzionale. Il Parlamento poi verrebbe spogliatoio delle decisioni prese dall’esecutivo”. A Roma il 24 giugno la manifestazione con le sigle sindacali in campo “per convincere il governo a fare dietrofront”.

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