Crisi Strega, marzo nero: calo inspiegabile o prevedibile? Baroni e gli spettri del passato…

Sei partite, due soli punti conquistati frutto di due pareggi consecutivi in casa, una vittoria che manca dal 18 febbraio in casa della Pro Vercelli, tre punti d’oro arrivati nel finale che proiettavano la Strega al secondo posto e lanciata verso il primato. Poi la svolta, negativa, contro il Bari. Una sconfitta rocambolesca, immeritata, una partita surreale, un 3-4 che ha spezzato la scopa volante alla nostra Strega. Marzo senza vittorie, si archivia un mese totalmente da cancellare, un periodaccio cominciato a fine febbraio e che all’alba del mese di aprile, il 1°, vedrà i giallorossi cercare il riscatto a La Spezia, in una gara che si prevede fondamentale per entrambe le squadre. Alla luce dei risultati di ieri, nessuno riesce a superare il Benevento e tantomeno il Verona ne approfitta per allungare e sfruttare così la possibilità di salire direttamente in A senza playoff, secondo regolamento della Lega B (con minimo 10 punti di scarto la terza sale in A direttamente). Allora succede che solo il Perugia aggancia il Benevento grazie al pari in casa del Carpi, salendo al 4° posto causa scontri diretti a favore, mentre il Bari pareggia 0-0 col Novara e spreca la seconda chance per salire in quarta piazza. Vincono Cittadella ed Entella, mentre a sorpresa s’inserisce la Salernitana dopo la terza vittoria consecutiva, stavolta 2-0 contro l’Ascoli.
LOTTA PLAYOFF DA BRIVIDI
Succede quello che non ti aspetti, che non vuoi mai che accada: il Benevento si fa risucchiare nella lotta playoff ma, guardando l’altra faccia della medaglia, resta ancorato al 4° posto nonostante il trend negativo di marzo. Nessuno dunque ne approfitta, se non in parte il Perugia, però il rischio, quello reale e paventato da tutti i giallorossi nel post partita di sabato, è di neutralizzare quanto di buono e fantastico fatto finora. Basti pensare che il Benevento dopo la sfida col Bari aveva 6 punti di distacco da quest’ultimi al 5° posto, mentre ad oggi sono 6 di distacco dalla Salernitana dodicesima. Tra le due quarte e i granata ci sono altre sei squadre e fa rabbrividire il fatto che dividono 4 punti fino al Carpi, con cinque squadre in 3 punti dalla 4° alla 10° posizione. Insomma, il Benevento ha dilapidato in questo mese un vantaggio abissale con chi inseguiva, rinunciando soprattutto alla lotta per la promozione diretta. Ma il pericolo, quello peggiore, sarebbe non partecipare ai playoff, una beffa per il campionato svolto finora, e soprattutto, il pericolo che questi non verranno giocati se il Verona allungherà il passo in queste restanti dieci giornate. Che beffa sarebbe per tutte lottare fino alla fine per un posto playoff mentre le prime tre viaggeranno a passo spedito? Da non escludere, infine, la possibilità che si giochino i playoff a 4 squadre: se la terza avrà un vantaggio di 15 punti sulla settima, questa e l’ottava verranno escluse dagli spareggi. La lotta è serrata e in molte dovranno affrontare ancora le squadre di testa, come nel caso del Bari che attende ancora Verona e Spal. Inoltre molti organici stanno dando il meglio ora, col rischio di arrivare scarichi alla fine. Questo è il momento decisivo, aprile sarà il mese della verità.
BARONI E IL SUO PASSATO
Indubbiamente quello del Benevento è il periodo peggiore mai affrontato finora in campionato. Oltre agli infortuni che non hanno mai concesso a Baroni la possibilità di usufruire dell’organico al completo (per Falco è più grave del previsto), ci si mettono anche le scellerate decisioni arbitrali contro il Trapani, che però non fanno un’attenuante. Il tecnico ha provato a cambiare ma la marcia è sempre la stessa. Inoltre pare evidente l’indecisione sulla gestione del centrocampo sovraffollato, col 4-3-3 bocciato ma che potrebbe tornare in auge con l’infortunio di Falco. Buzzegoli dopo l’infortunio non è più lo stesso, Baroni sceglie due incontristi come Chibsah e Del Pinto bocciando Viola rimasto a guardare il match in panchina. Eramo ancora una volta entrato a gara in corso e che sembra dare quel qualcosa in più, Matera sulla fascia non è il suo forte e lo si è visto. Baroni finora non ha mai schierato Viola ed Eramo insieme, due centrocampisti che possono ricoprire qualsiasi ruolo a centrocampo, mezz’ali di natura. E allora perché non rischiarli insieme in un centrocampo a 3? Non sta a noi decidere per il mister, ma è parso evidente a tutti, anche agli incompetenti di calcio, che sabato, come nell’ultimo mese, sia in uno stato confusionale a livello di idee di gioco. E purtroppo, quando non c’è la testa, non ci sono nemmeno le gambe, oltre la condizione fisica precaria di molti… Dunque, alla luce di questa analisi, proviamo a confrontare i campionati passati di Baroni con quello attuale, per provare a capire se quello del Benevento è un calo fisiologico e primaverile caratteristico delle squadre di Baroni.
LANCIANO 2013/14
60 punti totalizzati, campionato chiuso al 10° posto, un punto dalla zona playoff. Per una neopromossa, come lo è il Benevento, fu un campionato da incorniciare, col primato acquisito alla 7^ e perso alla 14^ nello scontro diretto con l’Empoli. Campionato d’andata concluso al 4° posto con 33 punti, al ritorno ne sono stati conquistati 27, con un girone molto altalenante e ben sei pareggi nelle ultime sei, concludendo al 10° posto con la beffa finale dei mancati playoff.
PESCARA 2014/15
58 punti conquistati, esonerato alla penultima giornata (subentra Oddo che vince l’ultima e arriva in finale playoff perdendo col Bologna). Una stagione atipica per l’ex allenatore della Primavera Juve, un inizio da incubo con gli abruzzesi, conquistati 28 punti nel girone di andata, concluso all’11° posto, nel girone di ritorno 30 punti, due in più dell’andata, poi ci pensa Oddo a concludere in 7° posizione. Sicuramente la stagione più brutta per Baroni e la più incostante a livello di risultati.
NOVARA 2015/16
65 punti, cammino iniziato con la penalizzazione di un punto, e quello che più si accosta al Benevento di quest’anno. 38 punti messi nel sacco nella prima fase del torneo, concluso al 3° posto alle spalle di Cagliari e Crotone, poi il calo nel girone di ritorno con 27 punti conquistati e un inizio di 2016 da dimenticare. Alla fine Baroni e il suo Novara si accontentano dell’8° posto, con una ripresa nel finale di stagione, poi l’impresa al San Nicola di Bari nel turno eliminatorio dei playoff, finì 3-4, ma il destino volle che il Pescara, guidato dal suo successore, vinse in semifinale per poi battere il Trapani e conquistare la A.
BENEVENTO 2016/17
Alla 32^ giornata 48 punti conquistati, 36 nel girone di andata e 3° posto come col Novara, nel ritorno soltanto 12 i punti conquistati.
È evidente come Baroni soffra nel girone di ritorno, nei periodi mediamente tra febbraio e marzo, mentre viaggia a passo spedito nella prima metà di stagione (eccetto a Pescara). Col Lanciano e col Novara i periodi peggiori sono arrivati a cavallo tra il girone di andata e di ritorno, ma la costante è un cammino altalenante per tutta la tornata finale, non andando mai oltre il settimo piazzamento. Col Benevento la crisi è arrivata tardi e si è fatta molto sentire ma, complice un girone d’andata mostruoso, ha saputo reggere l’urto senza crollare nelle posizioni di metà classifica. Restano 10 partite e 30 punti in palio, col Benevento Baroni ha dimostrato di sapersi un attimo discostare dal passato, lasciando però qualche caratteristica invariata. La speranza, ovviamente, è che riesca finalmente a trovare la via di uscita e una certa maturità dopo quattro campionati con quattro squadre diverse legate dallo stesso fil rouge. “Questo periodo non mi fa paura”: e se lo dice lui…