Cattivi Consigli che portano sulla brutta strada. Quella della via Emilia, che lascia la Strega col cerino in mano: un pareggio a Parma a reti bianche, una sconfitta a Reggio Emilia che vede ai numeri il Benevento recriminare e chiedere qualcosa in più anche del pareggio. Lungo la rotta nella Bassa padana gli uomini di Pippo smarriscono precisione e lucidità sotto porta, andando anche in debito con la fortuna, ma tornando nel Sannio con un carico di fiducia per le due partite condotte, che avrebbero potuto portare in dote ulteriori punti pesanti. Ma sono zero i gol nelle ultime due trasferte emiliane e l’ultima realizzazione porta la firma di Letizia contro la Juve. Gli attaccanti che fine hanno fatto?
CATTIVI CONSIGLI
Il cuore i sanniti ce lo mettono, peccato che manchi giusto un tantino per completare il lavoro. La Strega al “Mapei” è un maratoneta che comanda la 42 km e si accascia all’arrivo perdendo la corsa: il Sassuolo vince per sfinimento, e qui calzerebbe a pennello anche un paragone pugilistico. Colpito dal penalty di Berardi nei primi 10 di gioco, la reazione è di quelle promettenti ma ad ingranaggio lento, e fino al primo round va tutto bene in casa neroverde, perché Consigli non si deve impegnare più di tanto. Il gancio di Lapadula non liscia nemmeno il portiere di casa, in super giornata. Ma fino al gong è un assedio, con un avversario letteralmente all’angolo, alle corde, che quando scopre la guardia si fa del male (Haraslin, intervento da rosso, da apprezzare il gesto a fine gara e nessuna protesta). Non getta la spugna, anche se difendersi a oltranza dietro ai guantoni non è nel proprio stile. E allora ganci e montanti vengono tutti parati e schivati da Consigli, che si esalta trascinato anche dalla sorte. Sono quelle partite, e le prendi come vieni: bastava un colpo decisivo, ma ad andare ko è il Benevento. E quei “cattivi consigli”, passati ma sempre attuali: sarà un caso ma alla Strega tutto viene più facile quando il pronostico non è dalla sua parte. Necessario, senza niente in tasca, guardare comunque al lato positivo: la squadra è viva.
ATTACCANTI A SECCO
Sembra un paradosso, ma a condurre la gara preparata da Inzaghi è stato De Zerbi. Baricentro basso, palleggio lento e soporifero, qualche scambio a ridosso dell’area in un primo tempo in cui il Benevento avrebbe potuto riaprire tranquillamente la gara e regalarsi una ripresa con maggiore convinzione e fiducia. Complice l’espulsione, è un Sassuolo che fa il Benevento e un Benevento che fa il Sassuolo, mischiando le carte e cambiando i paradigmi di una partita che nessuno immaginava prendesse questa piega. E non sembra oramai essere un mistero: una Strega attendista è più solida e concreta, mentre una Strega d’assalto crea tanto, e bene, ma si spegne sul più bello. Vallo a dire alla Dea Bendata, perché poi diventa tutto relativo se Iago Falque trova il gol della serata o semplicemente Lapadula la piazza davanti alla rete. Che sia questa la gara storta, assolutamente sì; e che ci sia da recriminare sui punti persi, tanto. Ma va anche detto che a conti fatti il Benevento ha sovvertito il pronostico contro Fiorentina e Juventus, sbancando poi una gara contro il Bologna in cui meritava, come ieri il Sassuolo, tutt’altro che vincere. Contro i felsinei risolutiva e preziosa la zampata di Lapadula, fermo a quota 3 gol. L’ultimo a Verona, prima dell’ecatombe contro lo Spezia, e un digiuno che dura da quattro partite. Caprari, manco a dirlo, si è esaurito tutto nelle prime battute, a segno contro Inter (due volte) e Roma, e poi mai in gol. Ieri ha prevalso la voglia di riscatto, ma ha trovato un Consigli in stato di grazia. Da lui ci si aspetta tali iniziative, anche ostinate. Così come da Insigne, in gol solo contro il suo caro Napoli, mentre ieri oltre che a finalizzare, si son viste in 20 minuti tutte le doti da “play avanzato” di Iago. E probabilmente tocca a lui cambiare il volto di un attacco giallorosso diventato allergico al gol: due partite consecutive a secco, è la prima volta che capita in questo campionato.