Festa dell’Uva di Solopaca, i segreti del successo della 44esima edizione

È la regina dell’enoturismo sannita, simbolo della più antica e tradizionale attività del nostro territorio agricolo, la produzione del vino. E il vino di Solopaca è conosciuto in tutto il mondo. L’uva è altresì il frutto che traina l’economia territoriale, segno di prosperità e abbondanza.

L’ultima edizione della Festa dell’Uva di Solopaca, la numero 44, che ha visto nella giornata del 10 settembre il momento culmine con la caratteristica sfilata dei carri allegorici, ha avuto come tema “ComunicArte” e ha così voluto celebrare varie sfumature della sfera artistica mondiale, con richiami alla storia dell’arte, alla musica e al cinema. Un successo vero, che ha visto la città del vino solopachese affollarsi di migliaia di visitatori, turisti e appassionati.

Probabilmente il maggior successo della recentissima edizione è dovuto alla fine delle restrizioni legate alla pandemia: più libertà di esprimersi per i cortei di figuranti, più possibilità di assembrarsi e di ammirare da vicino le caratteristiche e rinomate opere d’arte che sfilavano nelle strade del paese, realizzate con acini d’uva bianchi, rossi e colorati.

La Festa dell’Uva piace perché conclude una serie di eventi estivi a tema enogastronomico ma va ad aprire la stagione della vendemmia, che proprio a Solopaca, come comunicato dalla locale cooperativa agricola, è cominciata a fine agosto con la raccolta dell’uva Moscato. E ancor di più piace la bravura e la creatività dei bravi Maestri Carraioli del paese, dai più anziani ai più giovani, che con pazienza ed esperienza creano delle vere e proprie opere di arte e ingegno che ogni anno si diversificano con nuovi temi, ricchi di fantasia e creatività. E in ultimo si tratta di tradizione, in un borgo ai piedi del Taburno che parla di vino al mondo intero e che ama rivocare immagini e memorie che risalgono a tempi lontani.

Le origini di tali celebrazioni risalgono al 1930, quando veniva celebrata la “Festa nazionale dell’uva” introdotta da Mussolini, fissata per il 28 settembre di ogni anno. La manifestazione che si svolge nella celebre area vitivinicola dei vini DOC, vede le sue radici nel XVIII secolo, quando una confraternita locale celebrava la festività in onore della Vergine Addolorata. Un gesto devozionale con la raccolta di doni, soprattutto uva, trasportati su carri addobbati, per poi essere venduti in un’asta pubblica nella centrale piazza Vittoria. Una tradizione dunque che mantiene un carattere più che altro propiziatorio, e che detiene in sé l’accoppiamento tra folklore e celebrazioni delle tipicità locali.

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