Il 22 dicembre al Bukò il Merca(n)tino + il calendario "Donne di Terra"
Domani, giovedì 22 dicembre, doppio appuntamento al Circolo Virtuoso Bukò di Via Stanislao Bologna. Si parte col Merca(n)tino:
“Quello che state per leggere è un invito ad una riformulazione della gestione delle vostre spese, soprattutto con l’appropinquarsi del periodo natalizio, con i suoi ritmi depaupera-risparmi!
Al Circolo Virtuoso Bukó ci teniamo a sottolineare quanto la società tele-dipendente, consumistica e capace solo di aspirare a modelli “culturali” massificati e massificanti generi nell’individuo moderno la tendenza a sperperare le proprie monete in “beni” che privilegiano la superficialità, l’apparenza, realtà lontane e prive di affinità con la nostra dimensione, stili di vita per niente sostenibili.
Ovvio, ciascuno fa le proprie scelte e nulla è da togliere a chi soldi ne ha e li vuole depauperare per “(in)utili” prodotti lontani da noi, frutto di produzioni aberranti rispetto ai canoni che dovremmo rispettare per dirci eco-compatibili ed eco-friendly (così spesso trovate scritto sui vostri capi di vestiario comprati nei centri commerciali)!
Quindi, non pensiate che al Circolo Virtuoso Bukó abbiamo qualcosa da insegnarvi: le vostre case piene di roba inutilizzata, le discariche (abusive e non), i territori italiani invasi dai mostri del commercio, i fiumi inquinati e chi più ne ha più ne metta…già insegnano un bel po’!
Quel che il Bukó intende promuovere è un’esposizione di prodotti di artigianato sostenibile strettamente connesso al nostro territorio, una condivisione dei propri averi oramai in disuso, uno scambio per rendere l’economia attuale sostenibile.
Il tutto a Km zero!
Ecco cos’è il Merca(n)tino!
Apertura degli stand alle 17:30!”
In occasione del Merca(n)tino, ci sarà, inoltre, la: Presentazione del calendario “Donne di Terra: dodici mesi di resistenza contadina“.
“Questo calendario è nato un po’ per caso ed un po’ per gioco e poi ci ha coinvolte emotivamente e divertite molto nelle giornate in cui siamo diventate i soggetti delle foto. Se prima c’erano delle idee da sviluppare con l’apparire delle foto quelle idee si sono auto rappresentate in immagini di realtà.
Sono 12 storie di resistenza con tanti significati diversi per come siamo diverse noi stesse e diversi sono i luoghi dove viviamo e godiamo di questa terra tanto generosa quanto difficile.
Abbiamo percorsi culturali diversi e diverso è il rapporto con la terra, le ore di lavoro, il cibo, la responsabilità che sentiamo di avere verso questo mondo rurale così diverso da quello dei nostri genitori e pure così fitto di emozioni simili alle loro.
Abbiamo in comune un “sentire la terra” molto femminile con pensieri e sensazioni che ci trasportano verso una nuova sostenibilità ambientale e culturale, verso un nuovo concetto di economia che potrebbe arrestare o quantomeno resistere a concetti avidi di sviluppo che vogliono la terra sfruttata e impoverita e che ci assalgono da ogni parte.
C’è bisogno di resistenza quando si parla di cibo per una maggiore consapevolezza alimentare e vorremmo coinvolgere in questa consapevolezza anche gli altri e far assaggiare alle persone la dolce e superiore qualità dei nostri cibi, autoprodotti, naturali, ri-costruiti con amore.
C’è necessità di una resistenza politica alle aggressioni che arrivano come una brutale tempesta sui nostri territori : progetti petroliferi, eolico selvaggio, furto di terre da coltivare su cui invece prolificano impianti di centrali di produzione energetica, rapina o inquinamento dell’acqua e non ultimo per importanza l’aggressione alla terra da parte degli stessi operatori dell’agricoltura che pur di ottenere il massimo prodotto non si preoccupano dei metodi con cui la sfruttano e la distruggono con I concimi, diserbanti, fertilizzanti, uso smodato di mezzi agricoli.”