Settimo posto e 63 punti accumulati: è il peggior piazzamento del Benevento da quando ha messo piede nel campionato cadetto. Ciò significa però anche terzo playoff centrato nelle quattro apparizioni totali dei giallorossi in Serie B, traguardo non da poco per un club che si affacciava soltanto sei anni fa al secondo livello del campionato italiano di calcio (senza contare il primo posto da record nella stagione 2019/20).
Ma è pur sempre questione di prospettive: il Benevento degli immortali di Baroni (che ieri sera si è ripreso la A al timone del Lecce guidato da capitan Lucioni) non aveva altre ambizioni se non la salvezza, tramutatesi poi in un obiettivo leggendario raggiunto la notte dell’8 giugno 2017 al culmine di un campionato dai due volti. Ciò che permise di far sognare in grande quella piazza affamata di B erano inevitabilmente l’entusiasmo, la spensieratezza e la connessione con il gruppo capace nel girone di andata di mettere da parte un ottimo bottino per tenere a debita distanza la zona rossa. Punti risultati fondamentali in un girone di ritorno quasi interamente da buttare fino alla scintilla scattata nel derby vinto contro l’Avellino: la cavalcata verso l’olimpo di Lucioni e compagni ebbe inizio da lì, chiudendo il campionato al quinto posto a quota 65 (ma 66 sul campo per via del punto di penalizzazione comminato a inizio stagione).
Resta di fatto questo il secondo miglior punteggio fissato dalla Strega tra i cadetti dopo l’irraggiungibile primato griffato Pippo Inzaghi: 86 punti di platino (addirittura 20 in più degli immortali) in grado di disintegrare e riscrivere da zero ogni statistica della categoria. Fabio Caserta si deve accontentare della medaglia di bronzo, sfiorando l’argento di poco in questa particolare classifica, con i 63 punti raccolti dal suo Benevento. Il collega Cristian Bucchi è arrivato alla fine della regular season (stagione 2018/19) indietro di tre lunghezze ma facendo segnare il secondo miglior piazzamento (terzo a 60 punti ma guadagnando una posizione per via della penalizzazione che colpì il Palermo a fine torneo). Facendo un parallelo, spesso nel corso delle giornate si è paragonata la squadra attuale a quella post prima retrocessione per i momenti di smarrimento, la scarsa continuità e i gli alti e bassi che hanno segnato il percorso di entrambe (e che annoverava anche i neopromossi in Salento Tuia, Coda e Asencio).
La differenza è tutta lì, di nuovo nell’entusiasmo, quello di una piazza che ritornò tra i cadetti con la palma di tifoseria più bella dell’anno staccando 8mila abbonamenti in estate e capace di trascinare, nonostante gli intoppi, la squadra alla seconda semifinale playoff della sua storia. Il tracollo casalingo per mano del Cittadella non fu altro che conseguenza di un gruppo emotivamente fragile, proprio come quello alle dipendenze di Fabio Caserta, ma che periva sul campo ostinando le proprie idee sulla base di un’identità ben precisa. Quella scolpita da un Bucchi allenatore che va distinto dal Cristian uomo, capace nelle sue dichiarazioni di assumersi responsabilità non imputabili interamente a lui e soprattutto di chiedere scusa, anche tramite ammissione di colpe, quando ne era il caso. Peculiarità che il tifoso di oggi non intravede in calciatori che non sentono il peso della maglia e che di pari passo con il tecnico, hanno inteso minimizzare ogni singolo campanello d’allarme scattato nel corso delle giornate con l’avallo dei vertici societari.
Fino alla nuova prestazione incolore offerta contro la già salva Spal, quarta sconfitta nelle ultime cinque gare, e un Ascoli che aspetta, tra le mura amiche, di far valere il peso del suo fortino. I bianconeri tornano a lottare per la massima serie a distanza di 17 anni dall’ultima volta, raccogliendo nel girone di ritorno più punti di tutte con il record di 11 vittorie in trasferta (e chissà che non possa essere un fattore contrario al Picchio). Tutt’altra aria rispetto a quella che si respira nel Sannio. Soffocante, deprimente, e non perché si disdegna il mini-torneo post-season quanto per l’affanno con il quale i giallorossi hanno chiuso il campionato. Scollati, svogliati, impauriti, mentre il destino dell’allenatore sembra già deciso. Che possa a essere da qui a una settimana o qualche giorno in più.
Il Benevento in Serie B
Classifica finale in base al piazzamento
1. Inzaghi (1° nella stagione 2019/20)
2. Bucchi (3° nella stagione 2018/19)
3. Baroni (5° nella stagione 2016/17)
4. Caserta (7° nella stagione 2021/22)
Classifica finale in base al punteggio
1. Inzaghi 86
2. Baroni 65 (-1)
3. Caserta 63
4. Bucchi 60
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