Superare lo stallo in cui versa la Camera di Commercio Irpinia-Sannio e ripristinare la governance politica dell’ente: è ciò che i vertici provinciali della Cia di Avellino e Benevento, affiancati dalla dirigenza regionale, chiedono al presidente della Campania Vincenzo De Luca tramite un documento politico presentato a Palazzo Santa Lucia.
Questa mattina presso la sede della Confederazione Italiana Agricoltori di Via delle Puglie il presidente della sezione di Benevento, Marco Fusco, e il direttore regionale Mario Grasso hanno lanciato il grido d’allarme in contemporanea con la sede del capoluogo irpino tramite il presidente provinciale di Avellino, Stefano Di Marzo e il presidente regionale Raffaele Amore, a nome delle imprese e aziende associate private del supporto, in termini di contributi e aiuti, dell’ente camerale che intanto conserva nel cassetto le quote del diritto camerale versate dalle aziende associate, indebolendo ulteriormente le occasioni di rilancio produttivo, economico e sociale delle due province nel post-pandemia. Un impasse frutto di un lungo iter di fusione delle due Camere, durato sei anni, e che nel maggio dello scorso anno ha decretato il commissariamento con nomine provvisorie di Gaetano Mosella ad Avellino e di Salvatore Riccio a Benevento, a causa di un ricorso sulla veridicità della rappresentanza di alcune organizzazioni.
Un congelamento totale in attesa della chiusura dell’iter giudiziale, che di fatto ha lasciato al palo gli enti camerali e di conseguenza le imprese irpino-sannite, all’interno di una fase transitoria che da un lato ha avuto l’onere di garantire la gestione straordinaria ma dall’altro avrebbe dovuto produrre l’ufficializzazione dell’ente camerale ratificandone l’insediamento con i 33 componenti già designati quattro anni fa. Ed è ciò che la Cia, che ha scelto di rompere il silenzio, oggi chiede al governatore. Una scelta politica, che tarda ad arrivare, e che in alternativa si possa anche manifestare nell’opportunità di azzerare la procedura e ripartire ex novo. Per questo motivo l’associazione chiede di incontrare il governatore e avere delucidazioni in merito.
“E’ arrivato il momento di avere una governance che sappia prendere le dovute decisioni e che affronti le problematiche delle aree interne come lo spopolamento dei giovani e lo sviluppo agricolo-industriale, tematiche che interessano tutti i comparti produttivi del territorio. Il presidente De Luca non può non prendere in considerazione il nostro grido d’allarme” ha commentato Fusco. “Abbiamo poco appeal sui mercati ed è necessaria una strategia da mettere in campo. L’unico interlocutore è la Regione, cui porremo anche la questione dell’invaso di Campolattaro, che ci è parsa poco chiara in sede di riunione con Bonavitacola. Ciò che chiediamo – ha specificato Fusco – è di prevedere un progetto perlomeno per quei comuni attraversati dall’acquedotto. La Camera di Commercio, anche su questo fronte, dovrebbe deve essere l’attore principale”.
“Noi non abbiamo una soluzione e per questo ci rivolgiamo a De Luca: gli chiediamo di dare priorità al superamento del commissariamento della Camera di Commercio” è il commento di Mario Grasso. “Stiamo vivendo il più difficile momento per l’economia delle aree interne e abbiamo bisogno della Camera, di una cabina di regia per rilanciare l’economia. Se oggi non creiamo reddito per le imprese rischiamo la desertificazione. Con la programmazione Ue e il Pnrr – ha poi aggiunto – i territori hanno la possibilità di rilanciare le aree rurali. La Camera di Commercio metteva insieme tutti gli attori del territorio mentre oggi non abbiamo un luogo dove poter concertare la programmazione. Stiamo perdendo un’altra occasione per rilanciare il territorio”.
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