La storia chiama, i Sanniti rispondono: a lezione di latino tra i banchi del Vigorito

coreografia Benevento Avellino

 

Quell’ingresso in campo come quando alle 8:00 entri in classe e attendi la professoressa, quel fischio dell’arbitro ad inizio gara come la campanella che decreta l’inizio delle lezioni scolastiche, la docente in piedi accanto alla lavagna come gli esponenti della Curva Sud rivolti verso il loro settore, la lavagna che durante la spiegazione si riempie di nozioni come quella Curva Sud che ieri ha dato vita ad uno spettacolo animato e raffigurato con protagonisti i monumenti di Benevento e la battaglia delle Forche Caudine: una città che profuma di storia e d’orgoglio che ieri ha dato prova di maturità e originalità integrando all’interno della coreografia uno striscione con una scritta in latino che recita così: “Inermes cum singulis vestimentis sub iugum missurum; alias condiciones pacis aequas victis ac victoribus fore: si agro Samnitium decederetur, coloniae abducerentur, suis inde legibus Romanum ac Samnitem aequo foedere victurum”. La Curva Sud Benevento nel derby di ieri ha toccato l’apice, facendo parlare di sé e dividendo la critica sui social (che poi vai a vedere, chi ha da ridire vive in una città a due passi da qui…). Il saluto all’Italia che si stava preparando al pranzo o ai festeggiamenti in questo 1 maggio atipico, ha fatto presto il giro diventando virale e la Curva Sud, tramite il suo profilo Facebook, oltre ai ringraziamenti di rito, ha spiegato con tanti riferimenti storici, il significato della coreografia e dello striscione in latino. Dalle quattro torrette si sono eretti quattro simboli dell’antichissima e ricchissima storia di Benevento: l’Arco di Traiano, il Teatro Romano, il rito delle Streghe sotto il Noce e il Ponte Leproso. Dall’anello inferiore ecco spuntare la rappresentazione della battaglia tra Sanniti e Romani, con lo striscione che tradotto recita: “Li avrebbero fatti passare sotto il giogo privi di armi e con una sola veste per ciascuno. Il resto delle condizioni sarebbero state eque per vincitori e vinti: se i Romani avessero abbandonato il territorio sannita e avessero ritirato le colonie fondate, allora Romani e Sanniti in futuro sarebbero vissuti attenendosi alle loro leggi in base a un patto di alleanza alla pari”: questo è un passo tratto dal libro nono dell’Ab Urbe Condita di Tito Livio, riprendendo la frase che Gaio Ponzio, comandante dell’esercito sannita, proferì, durante le “Seconde Guerre Sannitiche”, in occasione della vittoria riportata alle Forche Caudine, quando i Sanniti costrinsero i Romani all’umiliazione di passare sotto i gioghi. Inutile dire che da ieri un po’ tutti i supporters giallorossi conoscono a memoria il significato della frase latina. Ma ciò che lascia stupefatti è la puntualità, l’originalità, la destrezza con la quale la Curva Sud ha dato vita ad uno spettacolo tra i più originali della stagione corrente, con tanto di musica in sottofondo ad alimentare il tutto sotto il sole cocente di mezzogiorno. Nessuno sfottò alla controparte avellinese, nessuna coreografia a sfondo derby: no, stavolta i beneventani hanno giocato d’astuzia dando vita ad un qualcosa che va ben oltre i cartoncini, i copricurva e gli striscioni. Stavolta la Curva ha inferto una vera e propria lezione di STORIA (quella vera, non calcistica) al proprio avversario. Per Maurizio Compagnoni, giornalista e telecronista Sky, che ieri ha commentato il derby, intervenendo nella trasmissione “Mai Stati Lì” di Radio Città Benevento, “è stata una coreografia da alta scuola”, complimentandosi con i tifosi giallorossi anche per la città che ha avuto modo di visitare avendo sostato qui per una notte. Ma soprattutto, la “lezione scolastica al Vigorito” di ieri deve servire a tutti coloro i quali hanno, per diversi motivi, senza entrare nel personale, voltato le spalle alla loro città e alle loro origini, tutti coloro i quali si ostinano ad infangarla e a disonorarla anche con piccoli gesti; deve servire ai ragazzi che, più di tutti, sono il futuro di una Benevento che deve crescere percorrendo i passi della sua storia. Ogni giovane deve conoscere e non ignorare (brutta abitudine che ha preso piede purtroppo) la gloriosa storia e le gloriose origini della propria terra, che tutto ciò che ci circonda ed è ancora qui dopo secoli e secoli, è un patrimonio che nessuna città può permettersi. Nelle “nuove leve sannite” deve nascere l’orgoglio sannita che il suo predecessore non ha avuto. Chi “abbandona” questa città per lavoro non è un vigliacco, chi ci vive ma ne è distante non è da condannare, chi la disonora e non la rispetta però ha tutto il tempo per correggersi e da ieri, ricominciare a farlo, sotto gli occhi di un’Italia che ci guarda e di un’economia che a stenti avanza soprattutto grazie alla vetrina in Serie B. Grazie infinite Curva Sud per questa lezione di storia inusuale per una partita di calcio: chi può permetterselo può farlo (ogni riferimento è puramente casuale).

Fonte foto Curva Sud Benevento

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