Un addio cantierato un anno fa e i cui lavori sono stati ultimati nei giorni più roventi dell’estate 2022: nel mezzo, un anno di incomprensioni, bracci di ferro e anche una battaglia legale avviata e poi messa da parte nell’interesse di tutti: Gianluca Lapadula da 24 ore ufficialmente non è più un calciatore del Benevento, volato in Sardegna dove ad attenderlo c’è Fabio Liverani, tecnico che lo ha voluto fortemente con sé dopo l’esperienza vissuta insieme a Lecce. Va via non alle condizioni poste dal club giallorosso, ma al contempo rivedendo al ribasso l’ingaggio percepito a Cagliari.
Cifre esorbitanti che in tempi di crisi hanno spaventato chiunque, a partire dallo stesso sodalizio sannita che una volta retrocesso ha provato a sbarazzarsi del suo stipendio da 1,7 milioni pattuito nell’estate 2020, nel primo mercato in epoca covid. Versati ben 4 milioni nelle casse del Genoa, il diesse Foggia ha provato a metterlo in vendita alla stessa cifra ma tra cartellino e ingaggio, sia club che calciatore non hanno voluto sentir ragioni e nessuno ha fatto un passo indietro dinanzi alle proposte poco spinte delle pretendenti. Primo passo, nell’estate 2021, verso un rapporto contraddittorio e caratterizzato da tanti alti e bassi. Sarà stato consigliato bene il bambino delle Ande, condotto, una volta messo alla porta, quantomeno a scelte più mature a seguito di qualche incomprensione. Lui, travolto da coccole ed elogi di un popolo, quello peruviano, pronto a cullare e a difendere a spada tratta il proprio idolo.
Fenomeno in blanquirroja che non ha smosso i cuori di chi era sulle sue tracce, tanto da spingersi a una follia pur di strapparlo al Benevento alle condizioni dettate dalla dirigenza di via Santa Colomba. “Chi vuole lo prenda alla cifra prestabilita, altrimenti siamo contenti di tenerlo” il diktat avanzato a mezzo stampa che al contempo ha portato un cruccio alle casse della società, considerati inoltre gli stipendi fuori portata per la categoria di Glik e Ionita. A differenza di questi ultimi, Lapa ha però ancora fame e ambizione, punta al Mondiale ma alla fine comprende che in B potrebbe trarne vantaggio piuttosto che restare impelagato nella lotta salvezza della massima serie. Qatar 2022, il Perù, un altro elemento discordante nella liaison con la Strega: gli impegni in Nazionale, i voli e il jet lag, il Benevento passa quasi in secondo piano. E’ qui che torna preponderante quel suo caratterino già noto alle cronache e che non va del tutto giù alla società. Ma se al di fuori del rettangolo di gioco il suo atteggiamento può essere risultato discutibile, sul prato verde si è mostrato leale e dedito alla causa finché ne ha avuto la possibilità.
Bomber a mezzo servizio, nonostante le numerose assenze ha messo a referto 13 gol in 25 gare giocate, non tutte dal primo minuto, tra campionato e playoff, prendendosi la palma di capocannoniere del Benevento (e fino a gennaio, anche della cadetteria). Un impatto devastante e che ha fatto le fortune di una Strega mal assortita e ritrovatasi a fare affidamento solo e soltanto sul ‘nueve’. Segna e fa segnare (quattro assist in campionato, 21 reti totali nella sua esperienza sannita), spacca le partite e le risolve da solo. Un trascinatore. Senza, è diventato un Benevento spaesato e confuso, troppo abituato alla sua presenza tanto che Francesco Forte ha faticato a inserirsi negli schemi di squadra. Lo squalo che, è bene ricordarlo, è arrivato a gennaio in compagnia di Farias con l’intento di non far rimpiangere l’addio dell’italoperuviano.
Colpo di scena, Lapadula resta, inizialmente fuori rosa poi reintegrato per necessità. Tenerlo ai margini è un delitto, mentre una gestione grottesca del caso finisce per deprezzare ulteriormente un corposo capitale del club. La narrativa mediatica di questi giorni fa il resto: Lapadula al Cagliari sblocca l’affare La Gumina dalla Samp alla Strega, in prestito con diritto di riscatto che può diventare obbligo in caso di raggiungimento di determinati obiettivi. Nell’immaginario collettivo è lui il sostituto del niño, archiviando di fatto l’altro addio nel pacchetto delle punte, quello di Gabriele Moncini (coetaneo classe ’96 dell’ex Como). Sarà la riserva di Forte, proprio come lo era il Moncio, ma inevitabilmente corrono i paragoni e il confronto con il neo-giallorosso diventa impietoso. Lapadula è un fuoriclasse della categoria, un valore aggiunto, merce rara in Serie B e con la sua partenza il tasso tecnico e la produzione offensiva della rosa ne risentiranno parecchio.
Ne uscirà sicuramente ridimensionato il Benevento, proprio come nei periodi dettati dalla sua assenza, ma questo è un processo già in atto e che richiama tutti alla cautela. Sarà un campionato a fari spenti, in cui la parola “promozione” sarà bandita. Lo dimostra anche il mercato finora portato avanti e il criterio con cui sono state imbastite le operazioni in entrata e in uscita. La competizione sarà tanta, tremenda ma allo stato è un Benevento che giocoforza parte indietro nelle gerarchie con l’intento di non voler fare proclami né infiammare la contesa. Con un Lapadula in più, proprio come accaduto lo scorso anno, si sarebbe parlato inevitabilmente d’altro. La controprova nella stagione oramai alle porte.
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