
Una “nuova Spezia” al ‘Vigorito’ e si chiama Hellas Verona: stesso passivo, stesso tenore della sconfitta, e probabilmente anche qualche campanello d’allarme in più. Ricorda tanto la battuta d’arresto subita contro i liguri, ha tratti simili e marcati, ma dai quali si traggono elementi da non sottovalutare.
E’ un Benevento che non c’è con la testa. Non era sceso in campo a Napoli, non ci è nemmeno arrivato stasera. Squadra lunga e sfilacciata, difficoltà enormi in fase di costruzione. Nel mentre il pallino è in mano agli scaligeri, che surclassano i giallorossi su tutto: intensità, tecnica, idee. Soffre gli inserimenti la Strega, Lazovic e Faraoni guadagnano sempre il fondo, e dalle parti del primo nascono i primi due gol della banda di Juric. Manco a dirlo, Letizia tornato titolare costretto a fermarsi dopo soltanto dieci minuti: chiamatela anche sfiga, si spera nulla di grave.
Cartolina di una gara nata storta e finita peggio: le lacrime di sollievo di Foulon si tramutano in lacrime di disperazione. Sbaglia tutto e sembra imbrigliato nella morsa della paura, ma non è che gli altri fanno meglio. Manca il grido, il sussulto, la mano tesa. C’è depressione, scoramento, senso di resa. Sembra il remake di un girone fa, e la pellicola ripropone proprio lo Spezia, stavolta al “Picco”. E sa già tanto di test della verità.
LE PAGELLE
MONTIPO 5,5: alterna buoni interventi a qualche sbavatura di troppo. Sul primo gol Faraoni gli spara addosso e i riflessi sono da rivedere, poi rischia tanto in uscita su Lasagna. Nella ripresa l’ex Udinese lo buca grazie a un piazzamento tutt’altro che perfetto. Senza contare che di mezzo ci si è messo anche Foulon e Barak becca pure una traversa (con un suo tocco decisivo). Però evita anche il pesantissimo poker in più di un’occasione.
DEPAOLI 4,5: sempre infilzato ma anche poco aiutato nei raddoppi, dalle sue parti arrivano i cross dei due gol del vantaggio scaligero. In bambola, dura un tempo (1′ st Improta 5: inverti gli addendi il risultato non cambia, nemmeno con il passaggio al 3-5-2. Bello rivederlo, ma il contesto è più che spiacevole).
GLIK 5: il duello con Lasagna nella prima frazione è a tratti anche rude e lui non lo molla un attimo, ma Kevin la vince nella ripresa: polacco a vuoto e lui sguscia per il tris. A campo aperto conferma tutte le sue difficoltà.
CALDIROLA 5,5: primi 45 minuti dello stesso tenore del compagno di reparto, ripresa che condanna subito la Strega. Non ha grandi colpe ma il livello più che mediocre di stasera non lascia scampo a nessuno.
LETIZIA sv: al ritorno da titolare, dieci minuti ed esce per infortunio muscolare. Le sue lacrime toccano tutti. Forza Gaetano! (dall’11’ pt Foulon 4: una mezz’ora abbondante di disastri che si somma alla prova insufficiente di tre giorni fa. Manca l’intervento di testa sul vantaggio veronese e poi la fa grossa con un autogol da partitella del giovedì. Senza contare evidenti errori marchiani che se con la Roma ti fai andar bene per buona sorte, stasera proprio no avendo pregiudicato una partita intera. Il processo di crescita, purtroppo, passa anche da qui; dal 1′ st Tuia 5,5: con lui si passa a 3 dietro, non cambia nulla anzi. Gara difficilmente giudicabile, non ha colpe ma il Verona dalle sue parti spinge con solerzia).
HETEMAJ 5,5: corre tanto e non si stanca mai, come suo solito, ma invano. Da apprezzare, ma stasera è davvero fiato sprecato. Almeno lui prova a salvare la faccia.
SCHIATTARELLA 5: un lancio bellissimo per Lapadula e poi basta. Il punteggio era di 0-0, prima del disastro totale. Viene meno la personalità, viene meno anche lui, che non ci arrivava al meglio fisicamente a questa gara. Vista annebbiata.
IONITA 4,5: per lunghi tratti un fantasma, e non fa più notizia. Non segue Lazovic in raddoppio sul primo gol, ma è un leit motiv di tutta la gara: sempre in ritardo.
INSIGNE 5: un tiro murato da Gunter e un altro parato. L’unico intervento di Silvestri, per giunta. E’ vero, ci ha provato, anche di frustrazione. Ma la scossa non arriva e fanno tre le gare senza gol della Strega (dal 10′ st Viola 5: i cambi non danno i risultati sperati, anche lui si vede poco e niente. Ma la strada era oramai già segnata).
SAU 5: tocca pochissimi palloni, alcuni buoni ma nella ripresa si lascia andare anche lui al nervosismo di serata e non trova né in Lapadula né in Gaich il partner ideale. Idee scarsissime.
LAPADULA 5: pare mancare anche lo spirito di sacrificio stasera, adeguandosi a un trend depressivo dell’undici titolare. Parte delle colpe sono sempre da dividere (dal 29′ st Gaich sv: qualche spunto ma ingiudicabile nel contesto generale).
INZAGHI 4,5: non fa storcere il naso tanto l’undici iniziale, poiché un piccolo turnover è da mettere in preventivo, quanto l’atteggiamento della sua squadra da diverse giornate oramai a questa parte. Va bene abbassare il baricentro, ma a che vale se i calciatori pare abbiano perso anche le motivazioni e psicologicamente sono a terra? Immotivato, poi, il passaggio al 3-5-2 a inizio ripresa, un assetto tutt’altro che d’assalto. E di tutto ciò ne risente l’attacco, a secco da tre giornate, e soprattutto la costruzione, carente e a tratti inesistente. Dov’è finita la personalità di chi vince a Cagliari in rimonta portandosi a metà classifica?
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