Il Benevento fa suo il round di andata della semifinale playoff contro il Pisa grazie ancora a una rete di Gianluca Lapadula. Il bambino delle Ande approfitta dell’unico svarione da parte dei toscani per cambiare il volto di una gara incanalatasi verso il pareggio. Match dai due volti: ritmi alti nel primo tempo, bassi in una ripresa caratterizzata da diverse interruzioni. Brilla la coppia di centrali Glik-Barba, meno bene Insigne impalpabile dalle parti di Nicolas ed Elia mai entrato nel vivo dal suo ingresso in campo. Le valutazioni dei giallorossi.
PALEARI 6: ordinato e attento, nessun serio pericolo corso. Puscas gli recapita un colpo di testa che somiglia più a un retro passaggio da posizione davvero invitante.
LETIZIA 6: determinato e dallo spirito battagliero, si lascia andare a qualche discesa ma il grosso delle iniziative nerazzurre arriva proprio dal suo fronte. Allora meglio non esagerare.
GLIK 6,5: tiene a bada Puscas e Lucca senza troppi patemi, raramente i due riescono a fiatare. Spazza ogni eventuale problema con puntualità e risolutezza.
BARBA 6,5: va a segno ma è solo illusione, la bandierina si alza e l’urlo resta strozzato in gol. Dietro invece indossa l’elmetto e scende in guerra: non ce n’è per nessuno, semplicemente perfetto in ogni chiusura.
MASCIANGELO 6,5: agisce alto e si propone sempre come vuole il tecnico, ma è costretto ripetutamente a chiamare palla a squarciagola e a sbracciarsi per riceverla. Si danna quando non gli danno ragione, anche perché è impossibile dargli torto in questo momento: basti vedere da quali piedi nasce il gol vittoria (dal 44′ st Foulon sv).
TELLO 6: alterna fasi di garra ad altre di sonno apparente, ma è in partita e lo si nota quando con volontà non tira il piede indietro gettandosi piuttosto nella mischia.
CALÒ 6: baricentro alto e pulizia dei palloni, finalmente un Jack meno timoroso e più spavaldo. Con l’ingresso di Viviani scala sul centrosinistra, reclama anche un rigore. Ok che la ciambella non riesce col buco, stasera comunque non si mette sullo stomaco.
ACAMPORA 6: si prende sempre le responsabilità e per questo gli vanno perdonati anche gli errori. Presenza fissa e costante a centrocampo, a volte poco lucido ma pur sempre essenziale (dal 19′ st Viviani 6: entra per dare fosforo e soluzioni a un Benevento molle e compassato in avvio di ripresa. Riesce a dare quadratura).
INSIGNE 5,5: qualche ripartenza che poteva gestire meglio e una conclusione velleitaria, manca il suo graffio al match. Unica nota sbiadita in una serata dai colori accesi (dal 19′ st Elia 5,5: manda a monte diverse sortite, poco lucido. Sarebbe servita la sua freschezza, ma stasera gli mancano i numeri).
LAPADULA 7: come con la Spal, come con l’Ascoli, anche stasera ci mette la firma al primo pallone utile. Fa niente se arriva quasi al tramonto del match, il ‘Vigorito’ esplode e il pubblico sogna la finale. I meriti? Innanzitutto i suoi: fa reparto da solo, chiama la profondità, gioca di sponda e mette in apprensione l’intera difesa. Eccezionale il suo destro d’istinto a bruciare Nicolas. Quasi divino, anche se in Perù già lo è (dal 44′ st Moncini sv).
IMPROTA 6: più vispo di Insigne, bene nelle ripartenze ma il gas finisce presto. Compensa con il cuore e la grinta, alla lunga non basta più (dal 27′ st Ionita 6: intraprendente e subito nel vivo, dà sostanza e muscoli nel quarto finale).
CASERTA 6,5: che non diventi palla a Lapa e pedalare, il Benevento con l’italoperuviano ha tutt’altro spessore e ne beneficia l’intera squadra. Conferma l’undici che ha sbancato Ascoli, rilancia Insigne perché uno tra Ionita e Acampora deve pur rifiatare. Le alternative sono poche, bisogna fare di necessità virtù, ma tutto sommato ciò che si trae di buono oltre al risultato è la tenuta mentale di una squadra non più dal braccino corto. La controprova tra quattro giorni.
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