
Tremano le gambe e la Strega crolla nella ripresa: è rimonta Toro e tre punti gettati alle ortiche per i giallorossi di Pippo che con un successo avrebbero potuto allungare a +11 sui granata.
In prima battuta la colpa evidente è da imputare a Dabo, reo di sbagliare al 93′ un passaggio in contropiede scegliendo la mai consigliabile soluzione in orizzontale senza premiare in verticale l’inserimento di Di Serio. E’ tutto racchiuso lì, in un errore che costa caro in 10 minuti di partita giocati dal burkinabè che è la copia brutta di quello che ha catturato le simpatie di qualche tifoso a inizio stagione, nel mentre il leone Hetemaj scaldava la panchina. La defezione, sua, costa cara, perché manda i compagni allo sbando che nel frattempo si trovano presi contro-tempo con Singo che vince il rimpallo con Viola e dà il là al gol del 2-2 firmato da un indiavolato Zaza, rinato contro la squadra che ha mostrato un lieve interesse per lui.
Certo, se ci atteniamo a quell’infortunio fatale di Dabo rischiamo di oscurare tutto il resto, ovvero un Benevento che si ritrova sopra di due gol meritatamente e che dopo nemmeno due minuti vanifica il raddoppio di un ritrovato Lapadula, a segno dopo 12 giornate e che si procura il rigore siglato da Viola. Un altro perno ritrovato, quest’ultimo, a sorpresa, e subito letale. Il gol di Zaza ristabilisce le distanze ed è imperdonabile, perché i giallorossi abbassano la guardia non appena pensano di averla indirizzata sui canali giusti. E’ l’inizio del crollo psicologico: saltano le marcature, dietro si arranca, ogni rischio è un pericolo e le due reti annullate a Zaza e Belotti sono cattivi presagi. Se la tenuta mentale inizia a scricchiolare, la valutazione tecnico-tattica lascia il tempo che trova.
Ed è incomprensibile se pensiamo al vantaggio accumulato in casa in uno scontro diretto che col risultato dalla tua parte ti dà lo slancio per dimenticare la nefasta e imperdonabile Crotone. Il 3-5-2 varato da Inzaghi, poi, costretto a rinunciare anche a Foulon, è una soluzione speculare a Nicola che va a premiare Viola, che verticalizza e lancia Lapadula, rigenerato dai suoi palloni al bacio. Nel mentre Hetemaj e Ionita rinforzano la mediana e Tello e Improta devono presidiare le fasce. Meglio Ricky rispetto al colombiano che è un pesce fuor d’acqua in un ruolo non suo, basti vedere la non marcatura sul 2-1 di Zaza e le infilate patite nell’arco del match.
Per questo Inzaghi rimpolpa la difesa con Caldirola per tentare di non perdere la rotta, ma avanti Lapadula si sfianca e Caprari non produce nulla se non ciccare un buon pallone ricevuto dall’italo-peruviano. Sarebbe stato più utile inserire Iago prima? Non lo sappiamo. E’ la notte dei rimpianti per chi guarda il bicchiere mezzo vuoto. Anche se il Benevento arriva al giro di boa con 22 punti in tasca, tanti se consideriamo le previsioni iniziali. Ma quanto brucia stasera. Che lo neghiamo a fare.
LE PAGELLE
MONTIPÒ 6: chiamato alle parate è sempre reattivo ma sul doppio Zaza può poco o nulla. Blocca nel finale, quando la Strega teme un clamoroso ribaltone.
TUIA 5: come allo “Scida” è protagonista di una gara dai due volti: sicuro nella prima frazione, male nella ripresa. E sul taglio di Belotti non segue Zaza che fa centro.
GLIK 6: gol ed esultanza da ex, ma la sua mano è birichina e il Var non perdona. Primo tempo che riscatta gli orrori di Crotone, ripresa in affanno. Zaza non dà riferimenti e Belotti è un’arpia, scivola.
BARBA 5,5: un’indecisione che poteva costare cara lancia a rete Zaza, non si perde d’animo ma quanto soffre Singo una volta spostato a sinistra. Disorientato.
TELLO 5: si attacca poco dalle sue parti eppure si fa sempre infilare. Che gliene fai una colpa in un ruolo che una volta era suo e che ha ormai disimparato. Ma si dimentica completamente Zaza in copertura. Da segno rosso (dal 22′ st Caldirola 5,5: il suo ingresso non produce l’effetto sperato, la difesa sbanda per poi crollare. Carisma da ritrovare).
IONITA 5,5: randella che è un piacere, anche perché con la mediana rinforzata può lasciare Viola libero di sfogare il suo estro. Ma via via diventa opaco ed esce con la spia della riserva accesa. Ha dato tanto finora (dal 39′ st Dabo 4: è brutto essere cinici ma ha cambiato la partita in negativo con l’unica soluzione da non prendere in considerazione. Sarebbe stato più utile calciarla in curva che darla così. Sarà una lunga notte per lui).
VIOLA 6,5: la più lieta sorpresa di una serata che sa di sconfitta per com’è arrivato il pari. E ha subito l’occasione per scacciare via il periodo nero, infallibile dal dischetto. Le sue geometrie sono pane quotidiano per un Benevento privo di Schiattarella, anche se c’è bisogno dei rinforzi ai suoi lati. E’ tornato Nicolas, speriamo a lungo.
HETEMAJ 6: guerriero che vince ogni contrasto, non fa più di quanto ci si aspetterebbe da lui. Lo si loda sempre per questo ma una volta tirate le somme il pari non accontenta e le rose son soprattutto spine.
IMPROTA 6: presente, dosa bene la fase difensiva a quella offensiva. Sicuramente meglio di Tello, anche perché poi il Toro decide di riprenderla sbloccando il checkpoint Singo.
LAPADULA 7: la migliore partita in giallorosso, che lo vede tornare anche al gol, viene sporcata da un gol nelle battute finali che vanifica quasi totalmente i suoi grandi sforzi. Si guadagna il rigore, punge Sirigu e non si dà mai per vinto andando in profondità, giovato anche dalla presenza di Viola. Che sia l’alba di un nuovo Gianluca (dal 39′ st Iago Falque sv).
CAPRARI 5: ha fantasia ma incide poco e la sua prestazione dai tratti chiaroscuri la si può racchiudere tutta in quel pallone ciccato di prima che non riesce nemmeno a indirizzare verso Sirigu. Involuzione continua (dal 31′ st Di Serio 6: si dà un gran da fare con palloni rubacchiati e falli guadagnati. Se solo Dabo avesse seguito la sua preziosa traccia staremmo parlando di un grande successo).
INZAGHI 5,5: se il dubbio sulla formazione a Crotone viene oscurato da una prestazione incolore, stasera gli va dato atto di essersi dovuto inventare un undici dal nulla rischiando Viola, con successo, ma non Iago Falque. E scommettendo su un Tello tornante che non dà i frutti sperati. E alla fine bisogna ovviare con Caldirola, ma il Torino è già pressante. Perché Iago solo nei minuti finali? E fin a quando bisognerà riciclare? Un punto tra Crotone e Torino lascia più che insoddisfatti, soprattutto per com’è arrivato stasera. Ma poi ci si consola con i 22 punti al giro di boa.