Prova di grande sacrificio del Benevento che stacca il pass per la semifinale playoff battendo l’Ascoli a domicilio con un solo risultato a disposizione. Ribaltato il pronostico della vigilia che vedeva i bianconeri favoriti: ci ha pensato Gianluca Lapadula al primo vero spunto dei giallorossi verso la fine della prima frazione, a recapitare in rete l’assist al bacio di Masciangelo. Redivivo il terzino ex Pescara, grande novità dell’undici iniziale scelto da Fabio Caserta che ha rilanciato anche Glik, Calò e Tello dal primo minuto. Gara maschia, frammentata e a tratti nervosa e confusionaria, che ha visto i piceni più arrembanti nel primo tempo ma di contro una Strega riscopertasi solida e cinica. La personalità venuta fuori nella sfida clou della stagione: oltre al passaggio del turno è la vera notizia della serata. Martedì al ‘Vigorito’ arriva il Pisa.
PALEARI 7,5: chiude la porta come una cassaforte e dentro ci infila i pass per la semifinale. Dionisi e due volte Maistro lo impegnano nelle prime battute, interventi agevoli nella ripresa fino a quando non mette le ali sulla torsione perfetta del capitano bianconero e chiude in angolo il tiro-cross di Saric. Il protagonista è ancora lui.
LETIZIA 6: scala poco la fascia ma dalla sua discesa persistente nasce il gol vittoria. Massima attenzione perché sul suo versante gli uomini di Sottil puntano parecchio. Preoccupazione per l’uscita in lacrime dal campo, forse uno stiramento (dal 36′ st Vogliacco sv).
GLIK 6: attento in marcatura, meno sulle palle alte dove svettano sempre gli avversari. Nell’ultimo quarto di gara anticipa Dionisi togliendogli la possibilità di fare tap-in.
BARBA 6,5: apre il match con una spizzata per Tello che non ne approfitta. Dietro c’è sempre, non molla mai Tsadjout e Dionisi raramente vede la porta.
MASCIANGELO 7: confeziona un servizio perfetto per la testa di Lapadula dando la svolta al match. Ne giova anche e soprattutto la sua prestazione, che vive di un continuo crescendo nella ripresa: corsa e vivacità, avanti e dietro sulla fascia passando nel finale anche a destra dove oltre a offendere pensa a contenere.
IONITA 6: cresce nella seconda parte del primo tempo nell’economia di un centrocampo contratto e poco incline alla battaglia. Alza i giri e non si sottrae, la sua gara dura un’ora (dal 12′ st Elia 6: strappi e freschezza, ciò che occorreva al Benevento per interpretare al meglio la seconda frazione).
CALÒ 5,5: così così in copertura e poco efficace in fase di costruzione. Sempre troppo timido e sconnesso rispetto alle dinamiche di squadra. Dà e riceve qualche calcione, un po’ più vispo comunque.
ACAMPORA 6,5: sangue e sudore, ci sono entrambi. Esce al novantesimo praticamente stordito dalla testata presa a inizio partita, porta a casa la pagnotta mettendoci il solito impegno e prendendosi i rischi sulla pressione avversaria (dal 45′ st Petriccione sv).
TELLO 6: manca la zampata del vantaggio ma ce la mette deviando il cross di Dionisi. Passa a fare la mezzala con l’uscita dal campo di Ionita e si rende protagonista di due ripartenze. Ripiega e ringhia su tutti.
LAPADULA 7: mette in mostra la sua capacità migliore, quella di saper far male al primo pallone utile. Il cross di Masciangelo è un invito a nozze, lui dimenticato dalla difesa non se lo fa dire due volte. Forgiato dai fischi e dagli insulti, ci mette la grinta tanto invocata quando la causa era quella del Perù.
IMPROTA 6: poca spinta, cresce anche lui nella ripresa quando fa più movimenti ed è meno statico. Chiude al fianco di Lapadula nel 3-5-2. Poco vistoso ma sempre importante negli equilibri della squadra (dal 45′ st Foulon sv).
CASERTA 6,5: o la va o la spacca, si prende la responsabilità di determinate scelte e viene ripagato sul campo. Diverse le novità tra i titolari, ma la più grande è la reazione di nervi, arrivata forse troppo tardi ma pur sempre nella sfida che racchiude il senso dell’intera annata. Gara d’attesa sfruttando le ripartenze, giocata finalmente con il coltello tra i denti. Imperativo vincere, è bastato un gol.
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