
Contro-maledizione del Milan e Benevento stregato: al “Vigorito” il diavolo rompe l’incantesimo e il 2021 inizia con una sconfitta per i giallorossi. Non basta il rosso a Tonali nella prima frazione, si ripresenta il copione di Reggio Emilia: truppa dell’ex Pippo all’assalto e nessuna offensiva prodotta in gol. Vuoi il palo, vuoi il muro eretto da Gigio, Kjaer e Romagnoli. Vuoi per Caprari, che fallisce clamorosamente il rigore che avrebbe ridato spiragli di speranza ai suoi. La storia si ripete: quando è chiamato alle armi, il Benevento si dissipa sotto porta. Quando deve difendersi dagli agguati, riesce a essere letale.
Il 2021 prova ad accanirsi quando Inzaghi deve rinunciare al tramonto della prima frazione a Letizia, l’uomo del momento: il tiro che chiama all’intervento Donnarumma gli procura un problema alla coscia che lo costringe ad uscire. SOS mercato, ora o mai più serve un sostituto. Improta, adattato ovunque, s’impegna e guadagna anche il fondo, ma la soluzione dei cross non è utile alla causa quando due cime sormontano Lapadula e Moncini. Gli episodi sì, questa volta premiano il Milan, che però potrebbe anche allungare se non fosse per i pali di Kessie e Calhanoglu sul 2-0, quando i sanniti sono tutti protratti in avanti. Ma vuoi mettere il palo di Insigne dopo il vantaggio rossonero? Errori che è meglio evitare altrimenti si pagano a caro prezzo, lezione appresa già e che hanno fatto grande il Benevento di fine 2020. Ma questo Milan non perdona. Lo sanno bene Hetemaj e Tuia, il primo con un retropassaggio sanguinoso costringe il compagno al contatto con Rebic, anche se restano dei dubbi. Lo sanno bene anche Montipò e Glik, il primo in uscita avventata torna sui suoi passi con Leao che crea una magia da tre punti, il secondo che non segue la traccia in copertura su Montipò, facendosi bruciare dal portoghese, fulmineo.
Come gli episodi, per l’appunto, pagati a caro prezzo nonostante una gara di buon livello, che presta di nuovo il fianco alle recriminazioni. Non basta tutta la batteria degli attaccanti, Moncini e Lapadula spalla a spalla provano a dialogare ma poi si pestano i piedi. E Caprari, in eterno conflitto cogli arbitri, a ragione o torto, quando è il momento più importante conferma di non avere l’equilibrio mentale necessario a trascinare la squadra. E se il Benevento barcolla ma non molla è grazie al suo capitano, Pasquale Schiattarella, bussola di un gruppo che senza di lui rischia in questi casi di perdere la rotta. Manca il passo decisivo per diventare una squadra completa: a Cagliari saranno i sardi a dover azzannare la gara, e tanto di guadagnato. Almeno da pronostico. Fondamentale un altro breve ripasso.
LE PAGELLE
MONTIPÒ 5: pesa l’uscita avventata, bruciato da Leao che poi s’inventa il raddoppio. Sbaglia a rientrare in porta, lì poteva aggredire. Mai impegnato nel primo tempo, Kessie lo spiazza dal dischetto e lo stesso ivoriano becca un palo clamoroso, come Calhanoglu prima.
LETIZIA 6: chiude un 2020 da sogno, apre un 2021 che non lo assiste. Gioca un tempo ed esce per un problema alla coscia dopo un gran tiro. Sulla gara nulla da dire, tra i migliori con il suo solito apporto alla manovra. Ma ora è doveroso incrociare le dita sperando che non sia nulla di grave (dal 39′ pt Improta 6: entra subito in gara, non è praticamente mai un terzino ma un’ala. Tante le cavalcate e tanti gli spioventi, lui fa quel che può guadagnando spesso il fondo).
TUIA 5,5: lo scontro con Rebic è da rivedere, certo che Hetemaj non lo aiuta consegnandogli una palla sanguinosa. Non va in estrema difficoltà su Rebic e Leao, ma pecca in certi frangenti di personalità (dal 17′ st Foulon 6: imbastisce subito il duello con Calabria, deve più spingere che difendere, anche se un occhio ai contropiedi rossoneri sono doverosi per evitare tracolli).
GLIK 6: onnipresente su ogni spiovente, comanda lui almeno nella prima frazione. Ma poi il pasticcio all’alba della ripresa, quando sul filtrante si avventa Leao e lui non segue in copertura Montipò, che deve correre ai ripari. Errore in coabitazione che pesa un macigno e che nemmeno l’assalto finale, che lo vede protagonista in area, può riparare.
BARBA 6,5: puntuale su ogni anticipo, è tra le note più positive dei primi 45 minuti. Poi scala come oramai da prassi al centro e si conferma. Arriva di ginocchio esterno su un cross, occasione sciupata. Ma che gara per lui.
HETEMAJ 5,5: meriterebbe di più ma pesa nell’economia del voto il retropassaggio errato per Tuia, che innesca il rigore milanista. Pulisce tanti palloni, mestiere che sa bene, non demerita ma gli episodi pesano. Resta negli spogliatoi (dal 1′ st Moncini 5,5: l’intesa con Lapadula si fa viva per le vie centrali, ma sui cross non produce i suoi effetti. L’assalto di Inzaghi, che butta in mischia tutti gli attaccanti, non si rivela proficuo. Kjaer e Romagnoli murano tutto e tutti).
SCHIATTARELLA 7: carisma, carattere e anima della squadra che senza di lui avrebbe rischiato di perdere la bussola. La giocata che innesca Caprari per il rigore fallito è da palato fino. Sa destreggiarsi alla grande e ne esce sempre vincente in tutte le fasi.
IONITA 6,5: spunta ovunque e in tal senso causa il rosso a Tonali. Gioca d’anticipo e ha tanta gamba, tra le note più liete e sempre in crescendo. La benzina però finisce nella ripresa.
INSIGNE 5,5: ha tre chance dopo il vantaggio rossonero. Centra il palo da fuori, poi due conclusioni, una alta e una parata. La palla non vuole proprio entrare, nemmeno nella ripresa, quando tenta di convergere ed affondare in area. Non va (dal 36′ st Di Serio sv).
CAPRARI 4,5: in guerra cogli arbitri, il suo oramai è un conto aperto. Dubbi sul contatto con Brahim Diaz, poi arriva il rigore per il Milan. Sbraita e urla, manco a dirlo dopo quando ruba palla a Calabria che lo atterra da ultimo uomo, ma non per Pasqua. Lì ha ragione. Poi il penalty se lo procura e lo fallisce, spiazzando Donnarumma ma calciando fuori. Questione di equilibrio e serenità, che mancano (dal 36′ st Sau sv).
LAPADULA 5,5: tanto sacrificio e tante sponde per un tempo, poi nella ripresa è chiamato all’assalto e trova in Moncini un buon partner per farsi vedere dalle parti di Gigio, che lo mura. Ma sia Kjaer che Romagnoli nemmeno lo fanno passare. E va finire che col Moncio si pesta i piedi. E il digiuno continua.
INZAGHI 6: le prova tutte e deve fronteggiare anche l’inatteso cambio di Letizia. Le armi a disposizione sono queste, l’assalto arriva ma non riesce come a Sassuolo, con l’aggravante che Caprari fallisce il rigore che avrebbe riaperto il match. Si rivedono gli spettri del Mapei, a campo aperto la Strega è devastante, quando c’è da fare le partite il copione cambia. Non è la prima volta, ma contro la capolista te lo fai anche andare bene.