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Le pagelle: troppi regali, onore al guerriero Lapadula. Centrocampo inesistente

Gen 31, 2021 di Guido del Sorbo

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Foto Getty Images

Il Benevento a “San Siro” c’è col corpo ma non con la mente e praticamente non scende mai in campo, facilitando il compito a un Inter fuori portata per i giallorossi. Al 7′ è già vantaggio nerazzurro, che al 33′ della ripresa diventa poker, che fa salire a 14 il computo totale dei gol subiti nelle ultime quattro gare (di cui tre chiuse con quattro gol incassati), addirittura 17 su 6 partite in questo 2021 che non ha ancora visto la truppa di Pippo chiudere un match a reti inviolate.

A Udine l’ultimo scontro con Montipò a tenere blindata la porta, era anche l’ultimo di un anno che ha visto i sanniti, nella seconda parte del girone di andata, godere di una retroguardia ermetica. Un pacchetto arretrato che non era in vena di regali, non come nel post vacanze natalizie che sembrano protrarsi in casa giallorossa. Sulla scia di quanto concesso al Torino, anche al “Meazza” è un Benevento generoso, dall’autorete sfortunata di Improta alla buona luna di Lautaro Martinez, aiutato in prima battuta da Glik e poi da Montipò, fino al 4-0 facile facile di Lukaku a partita ormai andata. Pesano come un macigno, ancora una volta gli episodi, nonostante l’avversario di elevata caratura, e non sono affatto trascurabili, soprattutto se a ciò ci aggiungi il dato dei tiri totali, che cita un impietoso zero.

Sarebbe stata probabilmente questa la partita ideale del neo-acquisto Adolfo Gaich, da supporto a Lapadula unico a fare sportellate, da solo, contro i tre difensori nerazzurri. Avrebbe aiutato di molto nel gioco aereo, soprattutto facendo salire la squadra e aiutandola ad uscire dal pressing del duo Conte-Stellini. Né con palla lunga né palla al piede il Benevento riesce a venirne fuori, con il centrocampo totalmente assente nella prima frazione e un baricentro troppo basso. Provando a guadagnare metri, subisce anche due pericolose azioni in contropiede. Viola pecca di personalità e lancia soltanto una volta, e magistralmente, Lapadula in profondità, ma finisce per nascondersi troppo nelle rare fasi di iniziativa. Male anche Hetemaj, che pasticcia palla al piede così come un impalpabile, di nuovo, Caprari, che non fa da collante tra i reparti. Difesa inevitabilmente da registrare, con Glik disorientato nello schieramento a 3 e Caldirola ancora in convalescenza.

In sofferenza anche Improta, che fa fallo e subito dopo involontariamente innesca la goleada degli uomini di Conte. Buon ritmo per Depaoli, integratosi subito bene ma finendo per essere risucchiato dall’impasse giallorosso. Resta il dubbio sul contatto Ranocchia-Lapadula, se non è rigore è punizione, grave il fischio mancato di Pasqua. Ma il leit-motiv sarebbe probabilmente rimasto lo stesso, senza tralasciare il contatto Lautaro-Caldirola subito dopo, con un rigore non fischiato per questione di millimetri. Lasciano l’amaro in bocca il passivo pesante e il modo con cui è arrivato, non la sconfitta in sé. L’unica gioia del 2021 resta quella della Sardegna Arena. Sarà un caso, chissà, ma è rischioso campar di rendita: la Sampdoria chiama alla riscossa.

LE PAGELLE

MONTIPÒ 5: serata da dimenticare come del resto tutte le ultime uscite, dopo un periodo d’oro. Improta lo beffa, Lautaro lo buca (anche se tocca con la punta delle dita) e poi decide di fargli anche un regalo. Rischi del mestiere, possibilmente da evitare.

GLIK 5: cala il suo rendimento e cala anche l’intero pacchetto arretrato. In difficoltà nello schieramento a tre dietro, deve badare a tutte le infilzate e a campo aperto è in affanno. Rischia anche un clamoroso autogol, come se non ne bastasse già uno.

BARBA 5: lucido nella prima frazione, prova a tenere alta la bandiera, per poi crollare nella ripresa. In ritardo nella chiusura su Lautaro e si dimentica Lukaku, affonda insieme a tutta la barca.

CALDIROLA 5: rischia il rigore con la sua scivolata in ritardo, poco reattivo e spaesato. L’impressione è che sia ancora in convalescenza, almeno sul piano mentale. Nella sfida del cuore dura un’ora di gioco, con più ombre che luci, a San Siro (dal 15′ st Pastina 5,5: dura per un giovane affrontare l’Inter quando tutto va per il verso storto. Figurarsi se poi devi provare a contrastare anche Lukaku. Ma ha personalità, buon per il futuro).

DEPAOLI 5,5: buon ritmo, si è subito integrato. Prima frazione promettente, anche se Perisic gli sguscia via un paio di volte. Nella ripresa si adegua al trend negativo dell’intera squadra.

IONITA 4,5: sembra pagare il dazio dell’aver disputato finora tutte le gare, rifiatando davvero poco. Poi la disposizione così attendista finisce per farlo scomparire del tutto dal campo. Si ricorda di lui una sforbiciata in cui non becca il pallone nell’area interista (dal 25′ st Tello sv).

VIOLA 5: scarsa personalità e pochi palloni giocati. Uno, ottimo, per Lapadula, ma tanta evanescenza che non gli consentono di tenere le redini del gruppo. Si sente poco in campo, ed è una grossa pecca stasera (dal 15′ st Schiattarella 6: la buona notizia è che è guarito dal covid. Quella negativa è che è entrato a partita oramai compromessa. Ma oramai è palese ed evidente che la sua leadership è carismatica oltreché tecnica. Indispensabile, San Siro lo conferma).

HETEMAJ 4,5: probabilmente la gara più brutta disputata finora. Male con i piedi, s’inceppa un paio di volte e propizia anche un contropiede pericoloso. Gestisce tanti palloni e non sarebbe nemmeno compito suo, per questo forse gli errori sono ancor di più e anche evidenti. Nella ripresa corre a vuoto. Centrocampo bocciato.

IMPROTA 4,5: Hakimi lo costringe sempre al fallo e proprio da un intervento a palla lontana sul marocchino nasce il suo sfortunato autogol. Quando nemmeno i controlli ti riescono bene capisci che non è proprio serata. Può capitare dopo un magic moment così (dal 25′ st Foulon sv).

CAPRARI 4: un pesce fuor d’acqua inquadrato soltanto quando c’è da ridire qualcosa all’arbitro. Un brutto vizio che non va mai via. Sul piano tecnico-tattico paga il baricentro basso e l’impossibilità ad uscire con qualsiasi soluzione dalla propria metà campo. Ma lui fa anche pochissimo se non nulla per venirne a capo (dal 31′ st Insigne sv).

LAPADULA 6: si guadagna la sufficienza piena ma meriterebbe una lode sul piano dell’impegno e dell’abnegazione. E’ praticamente solo a fare a sportellate con tre difensori, Pasqua non gli chiama un evidentissimo fallo e prova a propiziare gli inserimenti dei compagni andando in profondità e allungando la squadra. Certo, non si tira mai in porta, ma sarà davvero colpa sua? Questo no, quando non si costruisce non è mai demerito del singolo. Soprattutto stasera.

INZAGHI 5: il Benevento diceva che non avrebbe fatto gite e in effetti il dubbio è che sia stato solo un viaggio mentale. Perché in molti avrebbero voluto essere lì presenti a sostenere la Strega, in tempi normali, ma non osiamo immaginare come sarebbe stato il ritorno. Schiacciati, senza soluzioni in proiezione offensiva e tanti regali, con l’aggravante di non aver mai tentato un tiro verso lo specchio: non è un’accusa, ma son segnali da sottovalutare? Nonostante di fronte avessi l’Inter, assolutamente no, perché rappresentano l’apice di un momento negativo partito dal post-Cagliari. Sarà appagamento? A lui il compito di trovare risposte e soluzioni immediate.

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