Un brusco risveglio, una delusione difficile da mascherare ma non poteva essere altrimenti. Il giorno dopo a Limatola, per il gruppo capeggiato da Massimiliano Marotta, ha questo sapore. Una sconfitta che avrà bisogno di essere studiata e metabolizzata, soprattutto in termini di rapporti con una cittadinanza che ha manifestato vicinanza nel corso della campagna elettorale ma che, all’atto pratica, non l’ha trasformata in voti. Una sconfitta che, però, non sa di resa, ma di consapevolezza.
“Inutile nasconderlo – inizia Massimiliano Marotta – ci aspettavamo molto di più dall’esito scaturito dalle urne. Una sconfitta ci poteva stare, l’avevamo messa in conto, ma non con queste dimensioni e con questo scarto. Faccio i complimenti a Domenico Parisi per la sua riconferma, a lui e a tutta la nuova maggioranza faccio un grande in bocca al lupo e un augurio di un ottimo lavoro per Limatola”.
Cambia la prospettiva per Marotta, il risveglio lo ha portato a rivedere le cose, anche i rapporti con le persone. L’esito delle urne, per certi versi, ha rappresentato una fetta di popolo che gli ha stretto la mano ma evitato la preferenza.
“E’ questa la cosa più triste da accettare, ma ne prendo atto e andiamo avanti. E ripartiamo proprio da questo. A caldo, non nego di aver fatto un pensiero che potesse portarmi fuori dal mondo della politica, a rinunciare, ma qualcosa mi ha fatto rivedere i piani. In primis lo devo a chi ha manifestato la preferenza per il nostro modo di fare politica, poi ai miei compagni di viaggio. Inoltre, questa campagna elettorale mi ha fatto capire una cosa importantissima. La voce del dissenso esiste, esistono persone che, come me, hanno nella testa un’idea di Limatola diversa e un’idea della politica diversa. Per questo io, Giuseppe Alois, Giuseppe Di Piro e Diana Marotta saremo nei banchi in Consiglio per vestire nel modo migliore il ruolo di opposizione. Non un’opposizione distruttiva e ‘per partito preso’, ma costruttiva e con l’obiettivo di risollevare Limatola anche grazie alla nostra visione”.
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