Maria Penna, “La partigiana” sannita: una testimonianza, una riflessione, una pièce di Solot/iMusicalia
La Solot, Compagnia Stabile di Benevento, il 22 Aprile debutterà con uno spettacolo che porterà la sua firma, “La partigiana”. Tutta sannita anche la storia che si porterà in scena, quella di Maria Penna, che nacque a Benevento nel 1905. Uno spaccato storico importante, di quella memoria che resiste e che ci rende consapevoli. Un lavoro di ricerca importante che, attraverso il linguaggio del teatro, può testimoniare di medaglie d’oro a personaggi sconosciuti o dimenticati, della nostra terra. “La partigiana” è una coproduzione Solot/iMusicalia. Di Michelangelo Fetto, da un’idea di Amerigo Ciervo, con Concetta Affannoso Amicolo, Antonio Intorcia, Michelangelo Fetto e con iMusicalia (Amerigo, Marcello, Rosalidia, Giuliana, Carlo e Carmen Ciervo). La regia è di Michelangelo Fetto che ha raccontato del progetto teatrale.
“La partigiana” è lo spettacolo che debutterà il 22 aprile, firmato Solot. Produzione, dunque, sannita come sannita è la storia: Maria Penna. Da cosa nasce l’idea di questa messa in scena?
“La partigiana è una coproduzione Solot\iMusicalia e nasce da un articolo di Amerigo Ciervo su Maria che io lessi e mi diede l’idea di ricavarne una storia da raccontare”.
E’ uno spettacolo che, certamente, conferisce un valore aggiunto alla vostra già prestigiosa stagione teatrale. Il tema storico è molto forte ed ancora una volta vede la Solot impegnata sul fronte “resistenza della memoria”. Il teatro può essere un valido sussidio di insegnamento alla società beneventana?
“La memoria è un valore imprescindibile per una comunità che vuole definirsi tale; venti negazionisti e fascisti agitano le bandiere dei nazionalismi più beceri in tutta Europa….perfino la civilissima Francia che vinse i mondiali di calcio del 98 con nove undicesimi della formazione di origini extrauropea trova attraenti politiche di respingimento e di esclusione ….Valani. Memoria, Medaglia d’oro ed ora la Partigiana vanno nel verso della riflessione irrinunciabile su cosa eravamo e su cosa abbiamo fatto per cercare di capire chi siamo e soprattutto dove andiamo. Lungi da noi però l’idea di insegnare , in realtà ci piace testimoniare, rendere noto e naturalmente prende posizione e naturalmente prendere posizione come il Teatro civile prescrive di fare come tutto il Teatro dovrebbe fare esaltando la sua funzione che deve sempre essere politico nel senso letterale del termine cioè di servizio alla POLIS , alla comunità”.
Portare in scena uno spettacolo presuppone studio, ricerca, collaborazioni e un lavoro non indifferente. La storia di Maria Penna come l’avete ricostruita e, soprattutto, vi ha già dato spunto per qualche nuovo spettacolo?
“Fare un lavoro di ricerca storica al fianco di Amerigo Ciervo e Toinino Intorcia può risultare una fatica che fatica non è affatto nel senso che al loro fianco lo studio diventa un piacere al limite della necessità; c’eravamo già cimentati in più passato ne “La canzone di Zeza” con risultati lusinghieri e soprattutto tanto divertimento….con la storia di Maria è stato diverso , l’abbiamo subito considerata una missione speciale, una sorta di risarcimento da parte della città o almeno di una parte di essa verso una donna speciale che in maniera speciale dedicò la propria vita al raggiungimento della libertà collettiva. Personalmente ho chiesto al sindaco di Benevento l’intitolazione di una strada a Maria Penna e con piacere ho riscontrato la sua risposta positiva. Il prossimo spettacolo sarà sui malati di mente sui lager e sull’assistenza per niente all’altezza che riserviamo in Italia a questa patologia”.
Appuntamento, dunque, il 22 aprile, ore 20.30, al Mulino Pacifico di Benevento.