Non una di meno, aspettando chiarimenti sull'IVG a Benevento
Le donne in Italia – si legge nella sentenza del Consiglio d’Europa (2016) su un ricorso presentato dalla Cgil – continuano a incontrare “notevoli difficoltà” nell’accesso ai servizi d’interruzione di gravidanza, nonostante quanto previsto dalla legge 194 sull’aborto. Infatti il Comitato europeo dei diritti sociali, ha accolto il ricorso n. 91/2013 della CGIL ed ha accertato la violazione dell’art. 11 della Carta sociale Europea (che protegge il diritto alla salute) e anche all’art. E (che stabilisce il divieto di discriminazione), dell’art. 1 par. 2 primo profilo (che tutela le condizioni di lavoro) e dell’art. 26 par. 2 della Carta (che protegge la dignità sul lavoro).
L’otto marzo, in occasione dello sciopero globale delle donne, davanti all’Ospedale Civile Gaetano Rummo di Benevento, abbiamo ribadito il diritto di garantire e potenziare il servizio di interruzione volontaria di gravidanza come sancito dalle legge 194 del 1978. Abbiamo colto l’occasione per protocollare una richiesta di incontro con il Direttore Sanitario Dott. Mario Iervolino.
Quando abbiamo deciso di costruire la giornata di sciopero, prevista per l’otto marzo in tutto il mondo, abbiamo dato priorità al diritto e alla tutela della salute della donne e nello specifico del rispetto della legge 194 e abbiamo raccolto abbastanza testimonianze per constatare che il servizio di I.V.G. presso l’Ospedale Civile Rummo era stato “sospeso” per via di mancanza di personale medico non obiettore.
A quanto pare, leggendo le varie dichiarazione rilasciate dalla Direzione Generale dell’Ospedale Civile , dicono che “il servizio è sempre stato garantito”. A noi non ci risulta, in ogni caso persistono carenze in quanto la disciplina dell’obiezione di coscienza dei medici in relazione all’aborto non è applicata adeguatamente nella pratica. Abbiamo un ospedale pubblico in cui il 100% dei medici sono obiettori di coscienza.
Grazie ad un protocollo d’intesa, sembra ufficializzato il primo marzo, con l’Azienda Sanitaria Locale viene garantito il servizio per 12 ore settimanali grazie alla prestazione di un solo medico.
Ma le perplessità e le incompletezze sono molteplici. Il medico non obiettore è costretto ad eseguire l’intero carico di lavoro di tutte le procedure di aborto richieste, il che comporta effetti negativi sia sulla qualità del servizio che sul tempo di attesa tra certificazione per interruzione volontaria di gravidanza e intervento.
Aspettiamo l’incontro con il Direttore Sanitario per fare chiarezza e per sostenere migliore qualità del servizio. Facendo luce anche sulla presenza di sole volontarie obiettrici che dal lontano 1992 anni attraversano e perdurano nella sala di attesa del reparto di Ostetricia e Ginecologia del nostro ospedale pubblico. Avendo anche una sede all’interno del complesso ospedaliero.
Vogliamo precisazioni su come la struttura ospedaliera può agevolare la donna nella fase di prenotazione in base all’urgenza dell’intervento, cioè in base all’epoca di gravidanza. Pretendiamo chiarimenti sul tipo di interruzione che verrà garantita e su come in due giorni alla settimana si organizzeranno i tempi di attesa tenendo presente che gli stessi non dovrebbero superare i 7/ 10 giorni dalla data del certificato, al fine di diminuire l’età gestazionale.
Richiediamo personale non obiettore incardinato alla struttura ospedaliera che garantisca l’accesso al servizio. Inoltre è fondamentale migliorare le competenze di tutto il personale para-medico come previsto dalle Linee di indirizzo Generali pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania – n. 27 del 7 luglio 2008 – in cui i Centri Regionali per l’IVG devono predisporre quanto necessario per assicurare idonea accoglienza, anche logistica, dignità e privacy alla cittadina italiana o straniera che deve sottoporsi ad aborto terapeutico e la presenza di spazi e personale dedicato.