Pd, tra crisi di identità e governo a tutti i costi

Riceviamo e pubblichiamo un intervento sulla situazione politica nazionale e su quanto accade in queste ore al Partito Democratico da parte di Vincenzo D’Arienzo, militante e iscritto del partito.

Le dimissioni del segretario nazionale del PD Nicola Zingaretti sono l’ultimo approdo di una stagione politica fallimentare. Da anni il dibattito interno è dominato dal tema delle alleanze strategiche e dalla spartizione di cariche tra le correnti. Temi come ius soli e ius culturae sono finiti nel dimenticatoio. Si fatica ad individuare una battaglia identitaria del pd, al di fuori della logica del governo a tutti costi.

Una comunità composta da varie sensibilità dovrebbe essere costantemente animata da un costruttivo dibattito interno. Se viene a mancare la capacità di discutere, anche animatamente, e di fare sintesi, viene a mancare la ragione stessa su cui si fonda il PD. Questo è un problema fisiologico, che le varie esperienze governative hanno illusoriamente colmato. Il PD non può avere come stella polare l’approdo al governo a qualunque costo, non può cedere su temi come la difesa della democrazia rappresentativa e di una giustizia garantista.

Congresso, rifondazione o fase costituente che sia, pandemia permettendo, mi auguro che ci sia un cambiamento, che si esca da questa esperienza con la consapevolezza che bisogna prima stabilire chi siamo e cosa vogliamo e solo dopo lavorare per costruire alleanze funzionali all’obiettivo politico da perseguire. Durante le primarie del 2018 Zingaretti disse: si riparta dai circoli! Spero che si possa fare prima che sia troppo tardi.

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