Riceviamo e pubblichiamo la nota inviataci da Alfonso Abitabile, consigliere comunale di opposizione a San Salvatore Telesino. “Si uccide in tanti modi: limitando la libertà di pensare, di scrivere, costringere le persone al silenzio, intimorirle ed indurle a cambiare atteggiamento. Uccidere intimidendo. L’obiettivo di una intimidazione è creare timore attraverso un atto di minaccia, anche latente. E come si reagisce dinanzi una minaccia? Cambiando atteggiamento…
A San Salvatore la politica è morta”. “La minoranza è finita” “Ormai non si sentono più”. Queste sono le considerazioni che hanno colorito gli ultimi quattro mesi della politica sansalvatorese. Non è così. Ed è opportuno chiarirlo. San Salvatore è quel paese in cui vengono sbandierati con vigore la democrazia, la libertà d’espressione, il confronto politico e la collaborazione amministrativa. Niente di più falso. San Salvatore è quel paese in cui se esprimi il tuo pensiero, se “metti il bastone tra le ruote” vieni richiamato, redarguito e chinato. A San Salvatore chi riflette, chi critica, chi mette in discussione, infastidisce e, come tale, va messo in riga. Questa è un po’ la situazione che ho vissuto negli ultimi mesi.
La nostra attività politica, finora, evidentemente, è stata opportuna ed importante. Abbiamo trattato di argomenti importanti. Dalla gestione dell’emergenza epidemiologica alle dinamiche territoriali, dalla gestione rifiuti al Piano Urbanistico Comunale. Tutto fino a dicembre dello scorso anno, poi il nostro silenzio. SILENZIO, appunto. NON ASSENZA. Silenzio perché QUALCUNO ha deciso di metterci a tacere, colpendo me e la mia famiglia in maniera vile e viscida. E allora succede che un TIZIO, che però si identifica con precisi nome e cognome, ricorda di alcuni particolari della mia abitazione, addirittura dei lontani anni 80, e decide di segnalare l’accaduto. TIZIO, incredibilmente, ne era a conoscenza! O meglio, ha avuto memoria ed abilità nello scavare carte vecchie di oltre trent’anni. Succede ancora che, a nostro carico, dopo accertamento urbanistico alla vigilia di Natale, veniva emessa ordinanza d’abbattimento.
È opportuno precisare, inoltre, che le difformità non sono riconducibili al sottoscritto, ovviamente, tanto meno a mio padre, che ha provveduto a sanare ed adempiere tutto quanto doveva al Comune. Ebbene, a questo punto mi sovvengono in mente dubbi, interrogativi e tante, tantissime domande. Ed osservo, in silenzio. La segnalazione, la cui paternità è stata attribuita (ovviamente in via fantasiosa e pretestuosa) al Tizio di turno, ha però connotati tecnici, precisi, specifici. Connotati imperscrutabili da chiunque, eccetto dal Tizio o simili. Mi chiedo, PERCHÉ ? La risposta la conosco, o meglio, credo di conoscerla. Trovo ragionevole credere che tutto ciò sia riconducibile al mio impegno politico di consigliere di opposizione.
Infatti, mi risulta difficile comprendere che una simile questione ultratrentennale, venga tirata fuori nel momento in cui con successo conducevo il mio operato, trattando tematiche importanti (la discarica al mercato coperto, alcune strane dinamiche consiliari, il PUC dove ho invitato a rivedere alcuni documenti e chiesto di fare chiarezza sulla presunta faglia sismica che attraversa il nostro centro abitato). Ho fatto la mia parte, quella che compete ad un consigliere di minoranza. San Salvatore non è un’isola felice, anzi , c’è forse qualcuno a cui piace mandare messaggi, segnali, intimidazioni, suggerimenti, a cui piace usare quella che potremmo definire la “SEMIOTICA MAFIOSA”.
Lo scopo raggiunto o che si intende raggiungere qualifica il contesto in cui il messaggio si muove, determinandone il movente. È un’interpretazione, per carità, e come tale cambia tra chi la determina e chi la subisce. Si tratta di creare timori, e alle volte va bene il ricorso anonimo, è un avvertimento. Intanto si fanno i conti con atteggiamenti che sono la quintessenza delle modalità intimidatorie. La violenza “a bassa intensità”, sul filo del rasoio che divide la regola del quieto vivere dal rispetto di regole non scritte che prevaricano i concetti di legittimità. A San Salvatore c’è tanto da dire e da fare ma forse è proprio quello che non si vuole! A San Salvatore il confronto politico “aperto e leale” evidentemente lo si deve fare con le regole che dettano quelli che fanno i ricorsi intimidatori, lo si deve fare nelle stanze che loro abitano e con i tempi che dettano. Purtroppo il nostro è un paese senza voce, e la prova è che da quando sono stato costretto a fermarmi, disgustato dall’infame ricorso, nessun altro racconta quello che accade. Certo, si potrebbe obiettare che qui non accade niente, ma è proprio questo il problema. Eppure ci sarebbe tanto da dire!
Ed è per questo che invito la gente a RIFLETTERE. Con ciò voglio lanciare un grido d’allarme e di ingiustizia sociale. A San Salvatore Telesino devi stare molto attento. Perché come nel mio caso, se sei una brava persona, una famiglia di lavoratori ed umili persone, che cercano di non sottostare alle imposizioni, ai soprusi, alle ingiustizie, VIENI MASSACRATO.
Se lotti per le ingiustizie, stai pur certo che ne diventerai presto VITTIMA! Ed è così, che, come nel mio caso, se sei ONESTO ed UMILE, TUTTI I SACRIFICI DELLA PROPRIA FAMIGLIA, DEI PROPRI GENITORI, I PROPRI RISPARMI, LA PROPRIA ABITAZIONE, SUDATA E TIRATA AVANTI NEGLI ANNI, VENGONO IMPROVVISAMENTE MESSE IN DISCUSSIONE, VENGONO LESI. E QUESTO, AL DI LÀ DI TUTTO, NON È GIUSTO. LA POLITICA DEVE, ANZI DOVREBBE, RESTARE FUORI DAI SACRIFICI PERSONALI E FAMILIARI. È giusto che i cittadini SAPPIANO E RIFLETTANO.
Continuerò a fare la mia parte di consigliere di minoranza, pur considerando che potranno esserci altri vergognosi attacchi intimidatori. LI AFFRONTERÒ! LOTTERÒ affinché questi atti intimidatori non possano avere futuro, ché questo modo di fare politica legata agli intoccabili (che tutto sanno e tutto muovono a loro piacimento) sia messo da parte e definitivamente sepolto. Non sono le cariche che rendono dignità, piuttosto il lavoro onesto e silente che conferisce dignità al ruolo politico assegnato. Ed è il rispetto sincero dei cittadini che produce la legittimazione al ruolo politico, e non il rispetto imposto tramite intimidazioni e minacce.
Non siamo tornati, perché NON SIAMO MAI ANDATI VIA. Ci hanno semplicemente colpito, deliberatamente, in maniera viscida e spregevole. È bene che tutti sappiano. Che tutti prendano consapevolezza. Affinché un domani, si spera, possano riflettere e scegliere. Prima ancora, possano giustamente giudicare”.
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