"Solstizio", il debutto de I Botanici: la band alla conquista dello stivale con le radici sannite

Foto Zoe Ferr
Foto Zoe Ferr

“Abbiamo deciso di piantarla e di metterci a suonare”.

Quella di cui ci occupiamo oggi è una delle più interessanti realtà beneventane che si affacciano nel panorama musicale non solo nostrano, ma dell’Italia intera. Sannionews24 ha sempre fatto da vetrina ai giovani artisti pronti a mettersi in gioco e che si stanno facendo conoscere oltre i confini della provincia sannita. Adesso è arrivato il turno di una proposta eccellente che al debutto ha fatto registrare un successo davvero importante: I Botanici.

Formazione
Mirko Di Fonso (Fons) – voce, chitarra
Gianmarco Ciani (Il Ciani) – chitarra, seconda voce
Antonio Del Donno (Toni) – basso e tastiere
Gaspare Vitiello (Gas) – batteria

I Botanici sono una band indie/alternative/post-emo nata a Benevento nel 2015 e caratterizzata da influenze emocore, post-punk, post-rock. Nel 2015 incidono i primi tre inediti Non sbaglio più, Io non credo, C’avremo tanto da fare, contenuti in “Demo in ciabatte”. La benedizione arriva quando la band sannita incrocia la strada di Alberto Bebo Guidetti, produttore dell’etichetta Garrincha Records e membro de Lo Stato Sociale (presente con un cameo nella traccia “Tenda per due”): l’incontro avvenuto ad inizio 2016 porta all’incisione del primo disco presso il Donkey Studio di Medicina (BO), con la collaborazione di Hyppo, e masterizzato da Francesco Brini presso lo Spectrum Studio di Bologna. Hanno aperto e condiviso il palco con diverse band come Fast Animals and Slow Kids, Pan del Diavolo, Selton, Mary in June, Action Dead Mouse, GOMMA.

SOLSTIZIO

La copertina di Solstizio
La copertina di Solstizio

“Il disco, come le piante più resistenti, ha avuto una crescita lenta, ha vissuto diversi momenti e visto diversi luoghi. Affonda le sue radici nelle storie, paure e incertezze quotidiane tra l’estate e l’inverno del 2015, periodo in cui prende forma nella sala prove de I Botanici a Benevento. All’inizio del 2016 tre tracce incise su una demo incontrano Alberto Bebo Guidetti che decide di produrre quello che sarà il disco d’esordio de I Botanici”.

Solstizio vede la luce un anno dopo l’ingresso in sala d’incisione: il 7 aprile 2017 viene rilasciato ufficialmente in formato CD e su tutte le piattaforme digitali tra cui Spotify, Soundcloud e Dropbox.

L’album vede anche la collaborazione di Enrico Carrot Roberto (synth nella traccia 8), Hyppo Nicola Roda (chitarra nelle tracce 1 e 6) oltre al già citato Alberto Guidetti.

Tracklist:
1. Solstizio d’inverno
2. C’avremo tanto da fare
3. Non ci si abitua mai
4. Amori botanici
5. Non sbaglio più
6. Magari sì
7. Tenda per due (Arpenaz XL)
8. Io non credo

RECENSIONE
Un primo assaggio di “Solstizio” il quartetto beneventano ce l’ha regalato con “Magari sì”, singolo rilasciato in anteprima con un videoclip su You Tube e che ha creato una certa hype tra il pubblico desideroso di conoscere il lavoro della nuova proposta sannita. Il video attualmente tocca quasi 10.000 visualizzazioni con 5.000 raggiunte in pochissimi giorni. Fons, autore di tutti i testi, mette in chiaro con le sue parole quale sarà il leit motiv dell’intero album: “drammi” post-adolescenziali, la fine di un amore, la mappa dei sentimenti che si attraversano, messi a nudo e poi nascosti, la solitudine, la rabbia, la paura. I Botanici la buttano giù così, con una facilità che smaschera i sentimenti più indescrivibili, col rischio di diventare banali. Ma non lo sono affatto: tutto ciò fa parte di un percorso di otto tracce con temi ricorrenti che alla fine riescono ad entrarti dentro e a farti tuo, il tutto grazie ad una sofisticata coordinazione tra voce, musica e silenzio, stacchi brevi ma che tolgono il fiato, spezzando il ritmo, come un cuore che non batte più. Adrenalina mista a paranoia, momenti di stallo e calma piatta, apparente; momenti perfettamente dedicati alla parte strumentale, altri lasciati alla parola, libera di scorrere pienamente. I Botanici hanno tecnica e lo si percepisce a primo impatto: riff pop che entrano subito in testa, un animo indie forse troppo forzato ma che trasuda in ogni nota, che si fonde a quelle cadenze emocore, post-punk trasmesse non solo dalle “schitarrate” grezze e distorte ma, soprattutto, dalla voce graffiata di Fons. Bella la proposta vocale di quest’ultimo, che riesce a lacerarti fino ad accarezzarti nello stesso momento. In quanto a testi, I Botanici cavalcano l’onda delle tanto amate quanto odiate “frasi Tumblr” e qui (tanto di cappello) Alberto Bebo Guidetti c’ha visto lungo, dall’alto del fenomeno Lo Stato Sociale che unisce età diverse (dai pre-adolescenti agli ultra ventenni) e che personalmente piace tanto. Le tracce nel loro insieme hanno un valore unico, dando un significato l’una all’altra, come se non esistesse un singolo senza il precedente e il successivo. Non hanno vita propria, fanno tutte parte di un progetto ben amalgamato: da Solstizio d’inverno a Io non credo, il disco si apre con un preludio strumentale unito poi al parlato centrale, e si conclude con un pezzo interamente strumentale. In una valutazione complessiva, tutti gli otto brani sono validi, personalmente Magari sì rappresenta il riassunto dello stile e dell’impronta “botanica” al debutto, che si rifà alla lontana al movimento britpop di fine anni 90, con motivetti subito godibili che ti trascinano in un lento ballo, unito al ritmo cantato e suonato tipico del post-punk di inizio 2000. Il giudizio finale di “Solstizio” è un lavoro concettuale, musicale e testuale ottimo, ben integrato con l’anima indie della Garrincha e finalizzato al pubblico del quale loro descrivono gli stati d’animo. Ne esce fuori che I Botanici sul piano tecnico/strumentale hanno una base da far invidia agli altri gruppi presenti nella scena indie nazionale. Il miglior augurio che si possa far loro è intensificare il lavoro usando “Solstizio” come trampolino di lancio dalla realtà sannita alla conquista dello stivale, magari (gusti personali) lasciando trasparire di più quelle sfumature hardcore che renderebbero il già valido prodotto, un mix micidiale tra pop e musica di nicchia (magari qualcosa di più impegnativo potrebbe gratificarli ulteriormente). Personalmente ho avuto il piacere di averli ascoltati agli albori nelle loro jam e ricordo la piacevole sensazione di novità che mi trasmisero, quel qualcosa in più che ho subito percepito: da veri Botanici quali sono, non possiamo che augurar loro di sfruttare questa opportunità e di coltivare questa grande dote per far fiorire un albero maestoso dalle radici totalmente sannite.

“Solstizio Tour” – In Campania:
14/04 Dissonanze Records /Cava de Tirreni
21/04 Morgana /Benevento
29/04 Magazzini fermi /Aversa
05/05 TILT /Avellino

“Solstizio Tour” – In Italia:
11/05 Sparwasser /Roma
12/05 Linoleum /Milano
25/05 Dynamo La Velostazione di Bologna /Bologna
26/05 Spazio Polaresco /Bergamo

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