
Conti alla mano siamo sempre lì. Un pochino in più, un pochino in meno. Il Benevento riacquisisce quel divario di 8 punti dalla terzultima che le aveva consentito di chiudere un 2020 calcistico da sogno e di toccare anche il cielo con un dito nel giorno dell’Epifania grazie al successo sul Cagliari. Già, i sardi che adesso occupano la diciottesima posizione e sui quali si concentrano i calcoli dei matematici del pallone. Hanno cambiato pelle, passando da Di Francesco a Semplici, ma la mutazione non è stata perfetta. Mille peripezie invece per Inzaghi, un periodo di tanti bassi e pochi alti (ci aveva abituato bene) e la paura che qualcosa stesse sfuggendo dalle mani. Araba fenice, la Strega rinasce dalle ceneri in uno Stadium vuoto ma pur sempre suggestivo, batte i Campioni d’Italia, cambia il corso della storia. Bastava una vittoria a ridar fiducia. A farla semplice.
MARGINE DI FIDUCIA
La sera dell’anti-Vigilia di Natale in lockdown, c’era il Genoa a occupare la terzultima piazza con 10 punti all’attivo. Quindici gare dopo i rossoblù, loro sì, rigenerati dalla cura Ballardini, di punti ne hanno raccolti 22, a due lunghezze di distanza rispetto ai sanniti, che girano a quota 30 con altre 9 partite da giocare. Gli isolani prima delle feste di punti ne avevano raccolti 14 e iniziavano i primi segni di cedimento. Basti pensare che da quel momento di punti ne hanno racimolati soltanto 8 e il divario con i liguri si è acuito fino ad arrivare al +10 dell’ultima giornata. Numeri che agli albori del rush finale sono un’iniezione pura di fiducia: anche il pari beffa arrivato negli ultimi minuti contro il Parma riacquista un significato diverso guardando gli altri risultati, a patto che non si continui ad andare con lo zoppo. Il +8 è un margine di fiducia che non va sprecato, non solo dal punto di vista numerico ma soprattutto di spirito. L’allungo decisivo del maratoneta, sfiancato e sfinito, l’accelerata che consente di dare lo strappo decisivo e di non essere più raggiunti. Ovvero una vittoria, nelle corde di questa squadra contro il Sassuolo e il Genoa. La medicina perfetta, si sa, in tempi di crisi. E tutto sarebbe passato in secondo piano.
ESORCIZZARE LE PAURE
Smarrirsi e ritrovarsi, meglio che perdersi del tutto. Ma attenzione a quei blackout in cui si brancola nel buio: non sono svaniti definitivamente. Anche il match contro i ducali ha evidenziato periodi di pause dalla gara che la truppa di Inzaghi non si può permettere, mettendo anche a repentaglio il risultato stesso. La tenuta mentale è determinante affinché non si sottovaluti il rischio e si resti aggrappati alla partita. Contro la Juventus non è successo, consci della forza dell’avversario, mentre contro il Parma un mix di timori e sottovalutazione ha prodotto letture sbagliate e gol ancora evitabili. E’ un Benevento fin troppo emotivo, che deve imparare a gestire le emozioni e a tradurle in forza a propria disposizione. Ci è riuscito Ionita col suo stacco imperioso di testa, non è servito purtroppo a portare a casa tre punti di platino ma almeno a spezzare l’impasse di una gara che pendeva troppo a favore degli ospiti. E se gli scontri ora iniziano a pesare il doppio, è tempo che la Strega esorcizzi le paure, facendo leva anche sulle debolezze di chi è costretto a inseguire. I giochi, a quel punto, si possono chiudere anche prima.
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