
E’ già anti-vigilia di campionato per il Benevento che sta lavorando sodo per farsi trovare pronto al friday night che dà l’avvio alla 19^ e ultima giornata d’andata del campionato di Serie A. Al “Vigorito” c’è la chance per il rilancio dei giallorossi dopo la netta debacle di Crotone. Una seconda opportunità tra le mura amiche che la truppa di Pippo Inzaghi non può e non deve lasciarsi sfuggire in virtù proprio del vantaggio di otto punti ottenuto finora sui granata, appaiati al terzultimo posto a quota 13 insieme al Parma.
Un rilancio che passa per le mani dei due grandi ex di giornata (ci sarebbe anche Schiattarella, una sola stagione sotto la Mole nel 2006/07, quella del ritorno in A con salvezza a fine stagione, ma sappiamo che il regista di Mugnano sarà assente poiché positivo al covid), ovvero Kamil Glik e Iago Falque. Una chance, anche se con motivi diversi, per prendere il Toro per le corna, nel vero senso della parola. Seppur nelle vene del centrale difensivo scorra autentico sangue polacco, gli toccherà vestirsi da torero per non farsi infilzare da Belotti e compagni: le ferite di Crotone, nefasta trasferta per lui con un autogol e un assist per Simy, devono essere rimarginate in fretta se non vuole ribadire la brutta prestazione di domenica. Quale migliore occasione se non sbarrare la strada ai vecchi (e amati) compagni di squadra. Un’occasione per rimarcare una leadership acquisita dopo un primo periodo di naturale ambientamento, a suon di affermazioni solide e indelebili. Lo farà ancora da capitano, visto che difficilmente Caldirola partirà dal primo minuto e data l’assenza di Schiattarella. Proprio contro quel Torino cui prese le redini dello spogliatoio nell’ormai lontano 2013. Ne deve venire fuori con il temperamento classico dei freddi uomini dell’Est, anche se per lui sarà la sfida del cuore.
Lo stesso che pulsa sangue spagnolo in Iago Falque, che con Glik non ha mai condiviso la maglia granata essendo giunto nell’estate 2016, quando il difensore si accasò a Montecarlo. Un cammino tribolato che si sperava (forse troppo) fosse diverso quello del galiziano, martoriato da problemi fisici che ne minano la continuità e ne centellinano la classe in spiccioli. Sarebbe l’elemento che farebbe alzare l’asticella alla rosa di Inzaghi, ma quest’ultimo ne ha dovuto fare praticamente a meno per un intero girone d’andata, giocando in termini di minuti effettivi nemmeno l’equivalente di due partite intere (163 minuti). Tanti per far capire a tutti che quel talento è sprecato in un fisico così fragile. La sensazione con la traversa al Sassuolo, la conferma con l’inutile gol di Crotone, tanto importante però per il suo rilancio. Nel mezzo sprazzi di giocate da titolare al suo arrivo, contro Bologna e Roma, o da subentrato contro la Lazio, senza però mai concludere una partita interamente. Ed è vero, i 90 minuti nelle gambe non li ha ma l’emergenza in attacco costringe Inzaghi a farci un pensiero in più, perché quel fulmine dello “Scida” dà la netta sensazione che Iago possa essere rischiato, in quella che potrebbe essere la sua gara.
Un filo conduttore che si lega col gol segnato oramai a tempo scaduto al “Vigorito”, regalando la vittoria ai granata. Fu un lampo di genio, quello che servirebbe a un Benevento che fa la conta dei disponibili sulle proprie dita. In difesa l’emergenza è sulle fasce e Glik può tamponare come può, di mestiere e d’esperienza, da torero. Mentre a Iago toccherebbe trasformarsi in matador e tramortire il Toro. Serve a una Strega abulica sotto porta, serve per conquistare ulteriore fiducia e soprattutto punti vitali.