Strega ma che combini? Un autogol di Lucioni condanna i giallorossi, squadra in ritiro

Un calcio d’angolo inesistente e sugli sviluppi un autogol di Lucioni facilmente evitabile: è questo il riassunto di un periodo nero, sfortunato e da rivedere del Benevento. Seconda sconfitta consecutiva per 1-0 dopo le due vittorie contro Spezia e Ternana che avevano dato soltanto l’illusione di una ripresa. Invece no, il Benevento prende di nuovo gol all’8′ e ripropone il match fotocopia di Cittadella. Tutto quello che Baroni non voleva si è avverato, di nuovo: Strega recidiva, che non impara mai dai propri errori. Sconfitta mal digerita a Cittadella, Pasquetta sul groppone a Brescia: contro sfortuna e sviste arbitrali, il Benevento quante colpe ha?
RITORNA IL 3-4-3
Per un tempo rivediamo il modulo che ha portato il Benevento un anno fa alla conquista della B: Baroni mischia ancora, nuovamente, le carte e pare non voglia mai cercare la stabilità, la continuità. Perché mai stravolgere una squadra solo per l’assenza di Ciciretti? Primo quesito. Si rivede Cragno che scavalca Gori e si riprende la maglia da titolare, Pezzi sulla linea a tre occupa la posizione di centro-sinistra con Camporese e Lucioni. Viola ha la meglio su Buzzegoli e affianca Del Pinto in mezzo al campo, con Venuti e Lopez esterni. In attacco panchina per Cissé, Falco e Melara supportano Ceravolo. Cagni conferma il 3-5-2 con l’unica variazione in cabina di regia, Crociata per Pinzi, più i ritorni di Minelli, Coly e Untersee. Tre gli ex bresciani con la maglia giallorossa: Cragno, Lopez e Venuti.
SFORTUNA E DEMERITI
Cagni aveva chiesto una partita superiore sul piano agonistico e la squadra lo ripaga. Baroni dal canto suo vuole una partenza sprint per evitare di subire gol all’inizio: inizio a spron battuto del Benevento con due squilli di Falco, un tiro fuori e un altro debole parato da Minelli. Poi l’episodio chiave del match: Caracciolo va in anticipo su Lopez e porta la palla fuori, per l’arbitro è angolo. Svista clamorosa che si unisce all’infortunio di Lucioni che di testa centra la propria porta in una zona in cui c’erano altri due giallorossi e nessun avversario. Sfortuna ma anche situazione più che evitabile, nonostante l’angolo fosse inesistente. Il Brescia prende coraggio e si aggrappa a Caracciolo, prima con un colpo di testa alto e poi con un tiro al volo da fuori che colpisce in pieno la traversa. Il Benevento ha la chance del pari sui piedi di Melara, servito in contropiede da Ceravolo, ma l’esterno tira debole e centrale. Poi doppio tentativo di testa di Venuti, alto il primo e parato in due tempi il secondo. Cagni al 44′ cambia assetto facendo uscire l’infortunato Crociata e inserendo l’esterno Lancini, passando dal 3-5-2 al 4-4-2. Cambio anche per Baroni che lascia negli spogliatoi Pezzi e inserisce Cissè, tornando al 4-2-3-1. E proprio lui dà più brio all’attacco giallorosso, anche se molto evanescente. La squadra di Baroni si affida a lanci e cross o alla giocata dei singoli, rinunciando all’azione costruita. Il Brescia si arrocca in difesa e come nel primo tempo stronca e spezza il ritmo (prevedibile, come a Cittadella) e il Benevento ne soffre, è risaputo, nonostante l’arbitro abbia lasciato correre di più nella ripresa. Ci prova Falco dal limite, alto. Da fuori ci prova anche Viola, senza esito positivo. Di testa Ceravolo e Camporese, ma Minelli c’è in entrambe le occasioni. Cissé in percussione da solo entra in area e serve Ceravolo, chiusura provvidenziale di Romagna. Il Brescia rinuncia ad attaccare e grazie all’autogol di Lucioni porta a casa tre punti preziosissimi: il Benevento fa nuovamente opera di beneficenza e fa tornare alla vittoria il Brescia dopo otto giornate, la prima con Cagni in panchina. Quattro sconfitte in sei giornate, arriva l’ufficialità: Benevento in ritiro.
CI VUOLE CARATTERE… E ANCHE UNO SCHEMA
Manca al Benevento, che sembra accettare qualsiasi decisione come una condanna inoppugnabile. È evidente come Caracciolo abbia portato il pallone fuori in occasione della svista arbitrale, ma nessuno ha fatto ravvedere la terna, nemmeno un tentativo. Piuttosto i bresciani, così come il Cittadella, hanno avuto la cosiddetta “cazzimma” nel contestare in due o tre anche le decisioni più banali. Cosa che non ha la squadra giallorossa, atteggiamento che rispecchia l’aplomb di Baroni, mai entrato in questioni arbitrali. Ma c’è bisogno di carattere, di farsi valere, perché sono rimaste sei finali. Come lo sono per noi, lo sono per chiunque affronteremo. Ma c’è bisogno anche di uno schema sui calci piazzati: è impossibile che il Benevento non sfrutti un angolo o una punizione, regalando palloni al portiere o alla difesa avversaria libera di ripartire. Mancanza di idee e di alternative: Baroni pare non avere un piano B, quel coniglio pescato dal cilindro che ti permette di riequilibrare le partite. A La Spezia la rimonta è riuscita, a Cittadella e a Brescia no: questi gol a freddo si devono evitare, sfortuna o meno.
PERICOLO PLAYOFF
E come se non bastasse la lotta playoff si fa sempre più agguerrita e il Verona, battendo il Cittadella 2-0, aggancia al 2° posto il Frosinone battuto 3-2 dal Novara, portandosi a +8 sulla coppia Benevento-Cittadella e seguendo la scia della Spal che batte il Trapani e si avvicina alla A. In chiave playoff, in attesa dello Spezia, vince solo il Carpi contro il Bari, mentre Perugia ed Entella pareggiano con Ascoli e Ternana e la Salernitana s’inserisce di nuovo battendo in rimonta il Latina. Questo distacco però preoccupa: la lotta playoff è logorante e le tre in alto anche con uno stop non mollano un colpo. Che beffa sarà se alla fine la terza salirà direttamente in A?
LE PAGELLE
CRAGNO 6: beffato da Lucioni, il ritorno record, contro la sua ex squadra, si rivela amaro.
CAMPORESE 5,5: sicuro in alcuni interventi, impreciso in altri. Il peso psicologico di Caracciolo è imponente.
LUCIONI 5: sfortunato ma ha anche sbagliato la lettura in occasione dell’autogol. Caracciolo lo impensierisce un po’ troppo, poi suona la carica da capitano ma è tutto inutile.
PEZZI 5,5: schierato terzo difensore a sinistra, ritorna in quel ruolo e subisce qualcosina. Baroni lo sacrifica nella ripresa (dal 45′ st Cissé 5,5: entra e prova a scuotere l’attacco ma si perde in azioni personali che non producono alcun effetto).
VENUTI 5,5: nel primo tempo soffre più del dovuto con Coly e contro i suoi ex compagni, prova a rifarsi con due inserimenti di testa. Cala nella ripresa.
DEL PINTO 5,5: solito lavoro sporco a centrocampo, ma è meno evidente delle altre volte (dal 70′ Buzzegoli 5: chiamato ai lanci lunghi con Viola avanzato, l’assalto è nullo).
VIOLA 5,5: più in palla nella ripresa, prova le soluzioni personali. Si arrabbia con se stesso, è mancato in qualcosa.
LOPEZ 5,5: la corsia di sinistra è quella più soggetta a errori banali. L’asse con Melara funziona a corrente alternata, ci mette la solita grinta.
FALCO 5,5: è quello più in palla, si prende sulle spalle tutto il peso dell’attacco ma manca negli ultimi metri. E un suo gol lo si attende da troppo tempo.
CERAVOLO 5: fa il solito lavoro di sponda e protezione della palla, attaccando la profondità ma si vede poco in fase di finalizzazione, come a Cittadella.
MELARA 5,5: tra i migliori del Benevento in questa giornata sfortunata. Lotta come solo lui sa fare, si perde nelle proprie azioni ma è l’unico a tirare la carretta. Peccato che nessuno lo segua (dal 76′ Puscas sv: torna in campo dopo tanto tempo ma praticamente non si è visto).