È stato l’irriverente, ma mai banale, Piero Chiambretti l’ospite della penultima serata del Bct, il festival del cinema e della televisione della città di Benevento, giunta alla sua sesta edizione. Sul palco montato a piazza Santa Sofia, dove era presenta anche il Sindaco Clemente Mastella, il Chiambretti Nazionale, ha voluto parlare subito della perdita della mamma a causa del Covid-19. Come ha raccontato: “Era il 16 marzo del 2020 quando io e mia mamma Felicita siamo risultati positivi al virus. La situazione dopo cinque giorni si è aggravata ed entrambi, siamo stati ricoverati in ospedale. Mia mamma purtroppo non ce l’ha fatta. Quei giorni per me erano confusi anche per vi del casco che mi avevano messo per respirare. Ho perso mia mamma e non me ne sono nemmeno reso conto. Ho capito che la vita è così, un giorno ci sei e l’altro forse. Questa pandemia mi ha spinto a voler scrivere un libro, “Autobiografia autorizzata dalla figlia Margherita”, per lasciare una testimonianza diretta proprio a lei”, racconta.
Dopo questo inizio molto tragico e triste, lo showman Chiambretti ha raccontato anche vari aneddoti della sua carriera che lo hanno portato ad intervistare e conoscere tantissime persone di alto spessore. Da Papa Wojtyla a Giulio Andreotti passando per Woody Allen. Sul Papa Giovanni Paolo II ha raccontato di averlo conosciuto durante l’anno del Giubileo, quando lui era a capo dell’organizzazione del concerto del 1° maggio che, vista la concomitanza con il Giubileo, fu spostato da Piazza San Giovanni in Laterano, in una mega distesa a Tor Vergata nel 2000.
Su Giulio Andreotti: “Sono riuscito ad ottenere un’intervista in esclusiva – racconta Chiambretti – perché qualche giorno prima mi intrufolai letteralmente nel suo archivio segreto con il mio operatore Fulvio che iniziò a riprendere tutti gli scaffali con le cartelle poste sopra. Mi vennero a prendere i carabinieri, e mi portarono in caserma, mentre ero nel furgone con il mio operatore mentre stavamo montando il servizio per la Rai. Mi dissero che Andreotti non aveva mai denunciato nessuno e che, con ogni probabilità, sarei stato il primo se non avessi restituito la cassetta. Gli diedi la cassetta in cambio di un’intervista in esclusiva. Accettarono, ma non sapevano che avevo una seconda copia del filmato“.
Oltre a queste esperienze, Piero Chiambretti ha raccontato un po’ tutti i suoi 30 anni, e più, di carriera. Ha parlato di qualche storia d’amore e del Festival di Sanremo con Mike Bongiorno nel 1997. Ha raccontato delle ultime esperienze televisive in Mediaset alla conduzione di “Tiki Taka – La Repubblica del pallone” ed ha annunciato che è in programma, nella prossima stagione televisiva, uno show con 100 bambini: “Mi piacerebbe fare qualcosa che non ho mai fatto prima, di diverso. Un programma in prima serata in cui i bambini si sostituiscono agli adulti. Si dice sempre che loro saranno i grandi di domani, ma molte volte sono già i grandi di oggi. Questa di massima sarebbe l’idea. Poi si sa, la televisione è peggio del calcio: tutti i giorni si cambia idea“.
Infine, nell’ultima parte dell’intervista, Chiambretti critica aspramente i social: “Instagram lo chiuderei, anzi, non vedo l’ora che accada. I ragazzini di oggi dovrebbero vivere come facevamo noi quando avevamo la loro età, non si godono nulla, non memorizzano le cose e pensano di sapere tutto perché lo leggono sui social. Sono sui social per pubblicizzare le mie cose, come la serata qui a Benevento, ma ho un pessimo rapporto con loro“.
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